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Al Quirino il Partito donne d'Europa presenta candidate e obiettivi concreti: il 50% in Parlamento

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«Via la Prestigiacomo»

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Donne contro le donne per difendere le donne, sul palco del Quirino, ieri mattina. Il partito Donne d'Europa ha deciso di giocare la sua partita ripartendo da Roma. Ma la proposta fatta con passione dalla segretaria nazionale Adriana Padovano Spano e dalla presidente Daniela Pastore di un 70% rosa e 30% azzurro, non soddisfa la Mussolini che rincara la dose: «Il 30% agli uomini? Troppo. Perché dobbiamo essere così buone. Loro lo sono stati con noi, forse?». È un fiume in piena la leader di Alternativa Sociale e la Prestigiacomo è il suo obiettivo. la ritiene responsabile di «un fallimento» e di una proposta fatta in Parlamento sulle quote «che grida vendetta». Si chiede: «Perché tre uomini e una donna? E se noi avessimo proposto tre donne e un uomo? Che avrebbero risposto?». Secondo lei, che ha vissuto alla Camera la famosa e recente bocciatura delle «quote rosa», con «tutti gli uomini di sinistra e di destra», coalizzati contro le donne, un ministero così inteso non ha più senso. E plaude al coraggio e all'iniziativa del «nuovo partito tutto al femminile. E ce ne fossero - aggiunge - visto che tutti gli altri sono prerogativa dei maschi». Poi l'Alessandra scatenata si lascia andare anche al racconto di un aneddoto. Racconta di quando, nel bel mezzo di una discussione (per modo di dire) al Parlamento di Strasburgo, un inglese si è alzato ed ha inveito contro le donne che «invece di stare a casa a pulire la cucina e, precisamente, dietro al frigorifero, si buttano in politica». «Non c'ho visto più - spiega la Mussolini - e gli ho risposto per le rime, non rispettando nemmeno il regolamento degli interventi parlamentari: "Noi donne quando vogliamo sappiamo far politica eccome, ma diamo fastidio al potere, quello economico, che è tutto al maschile, purtroppo"». Convinta che sicuramente un ministero delle Pari Opportunità così inteso «vada rivisto» e che «si potrebbe pensare magari ad una Authority in alternativa» è anche Rita Capponi, presidente del Comitato di Pressione per le leggi Paritarie, che fa parte dello stesso ministero. La Capponi ha inviato una lettera al presidente della Repubblica, affinché prenda a cuore la questione delle donne. Insomma, le signore del Quirino scendono in campo e raccolgono i malumori di tutte le donne, parlamentari e non, sconfitte dalla bocciatura delle nuova legge elettorale. Tra loro, la giornalista Rosanna Cancellieri, moderatrice del convegno così coinvolta da sembrare una delle fondatrici del partito. Si infuoca anche per la situazione delle donne in Rai: «escluse sempre dai posti di comando». E poi Carla Mazzuca, che pur non abbandonando il centrosinistra («mi sembrerebbe una sconfitta, dopo tanti anni») si infiamma per la passione e la ragione di queste donne, imprenditrici, professioniste, insegnanti e mamme, che vogliono finalmente far valere i propri diritti, da sempre calpestati. «Vi sarò sempre accanto e cercherò di mandarvi anche dei voti», dice e sembra quasi vero. In platea tanti vip, la parlamentare Cinzia Dato, padre Justo Lacunza, Angela Finocchiaro e Eleonora Brigliadori e Angela Calò, candidata al premio Nobel per la pace, mamma di quattro figli. Ma cosa vogliono le donne del Pde? Portare avanti le donne che valgono, prima di tutto, e farle contare in Parlamento. Così ieri hanno presentato le loro candidate e parlato degli obiettivi, concreti. «Ringrazio questa nuova legge elettorale che ha fatto uscire allo scoperto la vera ragione dell'assenza delle donne in Parlamento, una ragione trasversale, di genere, che non lascia dubbi sulle strade da perseguire per la prossima campagna elettorale - afferma la presidente Daniela Pastore nel suo discorso - È giunto il momento per le donne di focalizzare i contenuti della nostra diversità, i valori di cui simao portatrici, solidarietà, pace, pazienza e concretezza, valori di una maggioranza della popolazione che vota ma non legifera». E infatti fra gli obiettivi del programma del

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