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Berlusconi: «Io smentito da Bush? Una bufala»

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e cioé che se vince la sinistra in Italia, gli italiani ritireranno le truppe dall'Iraq. E che scoperta. Aggiunge che Bush non ne sarebbe felice. E che scoop. Un portavoce minore della Csaa Bianca si limita a dire che comunque gli Usa non faranno niente per far vincere Berlusconi, non s'intrometteranno nella partita italiana. Un'ovvietà. Ma in Italia scoppia il caso. Bush smentisce Berlusconi, titola Repubblica. Ma quasi tutti nelle prime pagine adottano il verbo «smentire». Ma cosa vuoldire smentire? «Dichiarare falsa un'affermazione, una notizia», si legge nel vocabolario. Oppure: «Sbugiardarne l'autore». Ma la Casa Bianca ha detto che Berlusconi aveva dato una notizia dalsa? No. Ha semplicemente precisato che non interferirà nelle elezioni italiane; non ha detto che le affermazioni del premier italiano erano false. Intanto, la frittata è fatta. E Berlusconi stavolta non ci sta, sbotta: «È una grande bufala». «Ho lasciato correre - dice il presidente del Consiglio in una nota - le inesattezze dette da alcuni giornali sulla mia visita negli Stati Uniti per risparmiare a tutti la solita, ingiusta e ingiustificata, accusa di "censura" che scatta implacabilmente in questi casi sempre e solo contro il premier, ma una bufala così grossa come quella del titolo di apertura di Repubblica stamattina (ieri, ndr) non l'avevo mai letta: "Bush smentisce Berlusconi". Quando? Come? Su cosa?». «La dichiarazione di un funzionario che asserisce le stesse cose che ho dichiarato in precedenza nella conferenza stampa, sarebbe questa la smentita?», chiede il Cavaliere. Che aggiunge: «Ecco perché stavolta mi ribello per due minuti al liberale che è in me, perché una bufala del genere non può proprio essere lasciata passare sotto silenzio. Anche per rispetto dei cittadini». Ma il «ritorno» del Cavaliere sul colloquio avuto con Bush allo studio ovale alimenta ancora il dibattito tra i poli. Nella maggioranza, il ministro leghista per le Riforme Roberto Calderoli riprende la palla al balzo e fa sapere che «seppur improbabile, una vittoria di Prodi alle politiche sarebbe drammatica e infausta: perché - rilancia - all'anti-americanismo si andrebbe ad aggiungere la strisciante ambiguità da sempre dimostrata verso gli Stati-canaglia e il terrorismo». Mentre per Forza Italia il vicecoordinatore Fabrizio Cicchitto sottolinea che «l'incontro tra Bush e Berlusconi spazzano via tutto il polverone sollevato dal centrosinistra a proposito dell'affermazione secondo la quale noi non avevamo condiviso la guerra in Iraq». «Non a caso noi - puntualizza l'esponente azzurro - non abbiamo partecipato al conflitto, ma siamo intervenuti successivamente in Iraq, insieme ad altri trenta Paesi, sulla base di due risoluzioni dell'Onu». Prende le distanze Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera: «Non mi piacciono gli spot nazionali sulla politica estera». «Io - aggiunge - non voglio inserire delle strumentalizzazioni politiche nazionali su vicende internazionali. Ci apprestiamo a una campagna elettorale dura e difficile, teniamo tutti la calma». E riferendosi alle indiscrezioni sull'incontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, Casini sottolinea: «Non mi era piaciuto, qualche mese fa, l'incontro tra Prodi e Chirac, da cui uscirono delle indiscrezioni di questo tipo». In casa del centrosinistra, invece, le prime reazioni sono di Alfonso Pecoraro Scanio. «Le continue giravolte del premier screditano l'Italia», sottolinea il presidente dei Verdi, che aggiunge: «Se vuole correttamente indirizzare le sue proteste, il premier si guardi allo specchio». «La Cdl - insiste il leader del Sole che ride - è totalmente subalterna all'amministrazione Bush e ha reso l'Italia un Paese vassallo». Infine per Marco Rizzo, capo della delegazione del Pdci all'Europarlamento, lunedì «si è consumata per l'Italia l'ennesima figuraccia internazionale, anzi mondiale: è la dimostrazione autentica che Berlusconi, pur di rimanere il sella, "venderebbe"

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