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E Parisi detta le condizioni: licenziamo Rutelli

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In un documento riservato il braccio destro del leader chiede il «superamento» della Margherita

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Essa è stata una positiva esperienza di integrazione e di identità politiche riformiste varie e radicate. Tuttavia oggi, a nostro avviso, gli elettori sono già più avanti...». Arturo Parisi, il giorno dopo la vittoria di Romano Prodi alle primarie del centrosinistra, prende carta e penna e tramite fax «licenzia» Francesco Rutelli. Il braccio destro del Professore, presidente dell'Assemblea Federale della Margherita, bastian contrario dei Dielle che con il presidente Rutelli s'è scontrato troppe volte, invia ai deputati del partito di cui fa parte un documento durissimo in cui praticamente dà quasi per scontato che a questo punto la Margherita dovrebbe essere sciolta per dare spazio ad una nuova formazione politica. «Ulivisti per l'ulivo» è il titolo del documento che ieri pare abbia fatto imbestialire anche lo stesso Prodi il quale non era al corrente dell'iniziativa di Parisi, da lui considerata quantomeno «non opportuna» visto che la coalizione sta ancora festeggiando il bagno di folla delle primarie. Ma Parisi è andato dritto per la sua strada. E ha voluto impallinare Rutelli sacrificandolo sull'altare del suo «vero Ulivo». «Se non ora, quando?» il sottotitolo del documento firmato Arturo Parisi. Che così va avanti: «Siamo ad un passaggio cruciale per chi, come noi, ha scommesso e scommette sull'Ulivo. Negli ultimi giorni si sono prodotte due novità che cambiano radicalmente il quadro e che ci prescrivono sollecite decisioni...». Insomma, Parisi ha fretta di dare il benservito a Rutelli vendicandosi così del suo «no» secco al progetto ulivista. Un rifiuto bruciante. Su cui Parisi ha meditato a lungo. Prima della rivincita. «... Il voto ha documentato il larghissimo consenso raccolto da Romano Prodi ed ha ispirato l'immediato rilancio da parte sua del progetto a lui e a noi caro di un "vero Ulivo"». E ancora: «...L'indignazione non basta. È il tempo dell'azione. Alla spinta alla divisione, dobbiamo rispondere con l'unità, raccogliendo l'invito contenuto nella grande partecipazione di popolo alle primarie. Al ritorno al passato con la ripresa del cammino verso il futuro.....Questa risposta è ancora una volta l'Ulivo come progetto che porti alla formazione di un grande Partito Democratico che unisca tutte le tradizione politiche del campo democratico e riformatore. Tale percorso non può essere intrapreso se non a partire dalla riconsiderazione delle scelte, dalla correzione delle loro motivazioni e da una inversione radicale del processo messo in moto dalla interruzione del cammino dell'Ulivo. Non è tempo di soluzioni tecniche - dice ancora Parisi - di differenziazioni strumentali, di discussioni inutili. A questa prospettiva riteniamo non vi siano alternative. Al servizio di questo disegno ci sentiamo impegnati come in passato.... Un progetto e un soggetto la cui realizzazione non può essere rinviata a un futuro remoto e indefinito...». Insomma, Parisi ha fretta di mandar via Rutelli e di «cominciare da liste unitarie dell'Ulivo alla prossime elezioni cui fare coerentemente seguire la costituzione di gruppi unitari dell'Ulivo nel futuro Parlamento». «Vuole sovvertire l'ordine delle cose», commentavano indignati ieri alcuni rutelliani. E alla fine conclude: «Le stesse ragioni che furono all'origine della costituzione della Margherita ci chiamano oggi alla costruzione di un'unità più ampia e più intensa. Verso questa strada, la strada dell'Ulivo, indirizziamo per intero il nostro impegno politico...».

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