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Enti locali, mancano 500 milioni del fondo sociale

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E così i presidenti di Regioni e Province, i sindaci e i rappresentanti delle Comunità Montane si sono alzati e hanno disertato i lavori di Conferenza Unificata e Stato-Regioni, ossia hanno chiuso i rapporti col governo. «Sono profondamente rammaricato per questo», ha detto, uscendo dalla sala, il ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia, che ha garantito a tutti il proprio impegno personale per porre oggi la questione al Consiglio dei Ministri. In verità da ben quattro mesi le Regioni e gli Enti locali, che hanno già ottenuto la prima tranche del Fondo, pari a 518 milioni di euro, attendono l'erogazione della seconda parte dei finanziamenti, e assicurazioni erano arrivate dallo stesso ministro del Welfare, Roberto Maroni, intervenuto, in luglio, alla Conferenza Unificata. Ufficialmente il buco di 500 milioni di euro è dovuto a versamenti pregressi all'Inps da parte del Fondo stesso, che aveva una dotazione di 1 miliardo, più un 2%, da distribuire ai soggetti pubblici locali che si occupano del sociale, primi tra i quali le Regioni. Ma, hanno spiegato i rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali, il mancato rispetto degli impegni «crea un danno gravissimo che lede i rapporti istituzionali. «È un fatto - ha ribadito il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - molto grave e inaccettabile, il segno di come siano difficili le relazioni istituzionali: erano stati presi impegni che non sono stati rispettati». Sulla stessa linea il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici. «Questa è una vicenda - ha chiarito Domenici - che rischia di compromettere la linearità dei rapporti tra le istituzioni. Il problema è anche che l'impoverimento e la marginalità sociale nei Comuni sono in aumento e quindi i servizi non possono essere diminuiti, ma semmai aumentati». «Il sociale - ha detto il coordinatore nazionale degli assessori al sociale, Antonio De Poli, assessore nella Regione Veneto - è troppo importante: ci sono anziani, minori, ceti disagiati da sostenere, con varie formule. Le difficoltà finanziarie non possono penalizzare un settore così importante per tutta la nostra società e molto articolato sul territorio. Dobbiamo proseguire e completare i programmi nel sociale che ci siamo dati e questo, chiamiamolo così incidente di percorso, del tutto burocratico, deve solo essere un sosta forzata, e non certamente un blocco di fatto».

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