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«Salva-Previti», prescritto un reato su due

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Castelli: «Mi riservo di verificare i dati». La Russa: «È comunque una buona legge»

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Lo studio è stato svolto dalla Suprema Corte in riferimento ai 15 casi pendenti dinanzi ai giudici con ermellino. In serata è arrivata la risposta del ministro della Giustizia Castelli. «Mi riservo di verificare» i dati della Cassazione sulla «ex Cirielli» perché «credo sia importante dare dei dati omogenei, altrimenti si fa fatica a capire». Questo il commento di Castelli sui dati che gli sono stati inviati dalla Suprema Corte relativi alle percentuali dei procedimenti pendenti in Cassazione che cadrebbero in prescrizione con l'approvazione della cosiddetta «salva-Previti». Il Guardasigilli - appena terminata la registrazione di «Porta a porta» - ha riferito di non aver ancora visto i dati arrivati al ministero. Il Guardasigilli ha definito «necessario verificare i criteri con cui sono stati valutati i dati» della Cassazione. «Immagino che mi abbiano mandato una lettera di accompagnamento sui criteri dei dati. Domattina (oggi ndr)- ha aggiunto - me li guardo». Il ministro Castelli, inoltre, ha fatto notare come la «ex Cirielli» «preveda vari step» vale a dire diversi gradi di prescrizione a seconda che la persona sia incensurata oppure abbia commesso più volte lo stesso reato. «Non ci può essere un dato unico - ha fatto notare - e questo mi sorprende. Per la recidiva, ad esempio, la prescrizione aumenta di molto». Comunque - ha concluso il Guardasigilli - «ben vengano i dati così è chiaro per tutti cosa succede e il Parlamento sarà in grado di legiferare con cognizione di causa». A chi gli chiede, infine, se la «ex Cirielli», a suo avviso, verrà approvata dopo la devolution, il ministro ha risposto: «Fare il calendario del Parlamento non è mia materia». La «salva-Previti» ha comunque riscosso pareri positivi all'interno di Alleanza Nazionale. «È davvero impressionante il numero di reati che si prescrive ogni anno. Perché ci si preoccupa solo ora di conoscere i dati sugli effetti della prescrizione? Ma quanti se ne sono prescritti in questi anni?». A porre queste domande è il presidente dei deputati di An Ignazio La Ruusa che ieri, in una conferenza stampa a Montecitorio, ha difeso la proposta di legge «ex Cirielli» su prescrizione e recidiva ora all'esame dell'Aula della Camera. I deputati di An hanno definito la «salva-Previti» «una buona legge» fatta e pensata «nell'interesse dei cittadini». Un testo, insomma, «necessario» perché significherà un giro di vite «contro chi torna a delinquere». Non si tratta insomma dell'ennesima «legge ad personam» così come sostiene l'opposizione con «attacchi strumentali», ma di un provvedimento che, ha spiegato sempre La Russa, «si rende necessario» in quanto prevede «misure più rigide contro gli habituè del crimine». Basta quindi puntare l'attenzione solo sulla seconda parte del provvedimento che riguarda la prescrizione. C'è tutta la prima parte del testo che punta invece a «bloccare la porta girevole» per gli «habituè del crimine» che entrano ed escono dalla galera. E a difesa della proposta di legge si è schierato anche Fini: «Alleanza nazionale ha sottolineato più volte l'aspetto importante relativo all'inasprimento nei confronti dei recidivi. Questa parte non può essere accantonata».

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