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Mastella lascia il tavolo delle regole Quercia e Margherita lo attaccano

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Come era prevedibile il giorno dopo l'annuncio shock delle primarie del centrodestra il centrosinistra non si è lasciato sfuggire l'occasione ed è subito partito all'attacco. La linea ufficiale arriva alla fine di un vertice a Piazza Santi Apostoli in cui Romano Prodi si è confrontato con i leader dei partiti della coalizione. Più che un confronto è stata una presa d'atto delle posizioni già ampiamente espresse anche se, in perfetto «centrosinistra style», non è mancata qualche piccola polemica che ha dato al vertice un significato tutto particolare. Ma andiamo per ordine. Uscendo dal suo ufficio romano il Professore si concede una battuta: «Abbiamo voluto che le primarie nel centrosinistra, le facciano anche loro. Da quanto vedo, però, noi abbiamo il coraggio di farle, perché da noi la gente, gli elettori sono una cosa importante. Loro non credo che abbiano il coraggio di farle». E a chi gli chiede se pensa sia possibile che il centrodestra esprima un'altra leadership al posto di quella di Berlusconi, il leader dell'Unione risponde: «Non è un problema nostro, è loro. Dunque vedano loro». Tutto nella norma se non fosse che nel frattempo si è consumato l'ennesimo dramma interno. L'Udeur ha appena abbandonato il tavolo sulle regole per le primarie. Motivo? Le regole vengono decise a maggioranza e senza trasparenza. Niente dichiarazioni ufficiali, però, tutto viene riassunto in una nota. «Il fatto che i segretari politici dell'Unione - sottolinea il partito di Mastella - abbiamo concordato per le primarie regole che i tecnici disinvoltamente violano, ci lascia fortemente perplessi sulla reale volontà di una competizione che, a parole, i promotori volevano vera e trasparente e che, a pochi mesi dal voto, rischia di avere sull'elettorato un impatto negativo». «Una cosa - conclude la nota - è certa: non gettiamo la spugna, il nostro candidato resta in corsa per raccogliere i consensi di un elettorato che condivide i valori e i principi dei quali siamo interpreti, anche se ci vediamo costretti ad abbandonare un tavolo che non è in grado di assicurare regole trasparenti e uguali per tutti». Immediate le reazioni. Per Vannino Chiti, coordinatore per le relazioni politiche e istituzionali della segreteria nazionale dei Ds «La polemica dell'Udeur di Mastella nei confronti delle primarie è insopportabile perché destituita di ogni fondamento e, anche se non nell'intenzione, serve soltanto a dare argomenti pretestuosi a una destra divisa, che parla di democrazia a noi dell'Unione senza sapere spesso neppure dove stia di casa». «Sarebbe opportuno - sottolinea l'esponente diessino - che anziché continuare ad alimentare polemiche sbagliate e mancare di rispetto alle migliaia di persone che in Italia lavorano per le primarie, ci si concentrasse sulla straordinaria occasione di rapporto con i cittadini che le primarie offrono a tutti. Le Primarie sono partite, le regole sono trasparenti e rigorose. E al coro degli «anti-Mastella» si unisce anche il segretario organizzativo della Margherita Franco Marini. «Qua e là - dice Marini - è emersa la volontà, da parte di rappresentanti dell'Udeur, poi riportata al tavolo nazionale, di realizzare seggi per il voto in numero limitato e assolutamente insufficiente per la nostra ambizione di coinvolgere il più largamente possibile i nostri elettori. I comitati provinciali hanno aumentato il numero di seggi in alcune realtà meridionali indicate dall'Udeur e il lavoro è stato positivamente concluso con il consenso di tutti gli altri partiti». Insomma, Romano Prodi avrà pure forti dubbi sulle primarie del centrodestra ma anche dalle sue parti le cose non sembrano proprio andare per il meglio.

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