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di NICOLA IMBERTI «SOLO i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione».

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..deivoltagabbana. Sì perché nel nostro bel Paese quello del cambio della casacca è ormai diventato sport nazionale. Non solo nel calcio dove il trasferimento di Christian Vieri da una sponda all'altra della Milano del "folbal" (così si chiama in dialetto milanese il gioco del calcio) è ancora in grado di sollevare qualche protesta indignata. Il campo in cui i voltagabbana danno solitamente il meglio di sè è quello della politica. E ormai è quasi un "extraterrestre" colui che, almeno una volta nella sua carriere, non ha azzardato il salto da un sponda all'altra dell'arco parlamentare. Nell'attuale legislatura, ad esempio, sono ben 57 i deputati che sono passati da un gruppo all'altro anche se, normalmente, i giri di valzer si intensificano con l'avvicinarsi delle elezioni. Così l'oscar del voltagabbana se lo becca di diritto il "vulcanico" Vittorio Sgarbi che, lo scorso 11 agosto, ha annunciato di voler partecipare alle primarie del centrosinistra. Qualcuno se lo ricorda quando, neo eletto sottosegretario ai Beni Culturali nel primo governo Berlusconi, si lanciò in una azzardata metafora politico-artistica? «Berlusconi è come Michelangelo - disse - ha fatto un'opera d'arte con le sue aziende; ha fatto un'opera d'arte con il partito; è un'opera d'arte anche lui». Non c'è che dire. In confronto il buon Ciro Falanga, ritenuto uno dei "re" delle notti di Capri, deputato forzista buttatosi nelle braccia dei Repubblicani di Luciana Sbarbati per non perdere il collegio nel quale era stato eletto nel 2001, è poco più di un principiante. Come poco più di un principiante è l'ex senatore abruzzese di Forza Italia Rocco Salini che, dopo aver ottenuto il sottosegretariato alla Sanità in cambio di un patto di non belligeranza alle scorse regionali (stava per candidarsi in contrapposizione alla Cdl), è stato presto estromesso dalla compagine governativa e quindi ha preso la via del gruppo misto. Che dire, infine, dell'azzurro Maurizio Bertucci che, in uno storico viaggio andata-ritorno, è passato da Fi all'Udeur per poi tornare nuovamente alla casa madre? Insomma la pattuglia dei cambia casacca continua ogni giorno a crescere. E c'è un po' di tutto. Dalla bella Dorina Bianchi che, in tempi non sospetti (cioè lontana da scadenze elettorali) ha tradito Marco Follini per accomodarsi tra le braccia del "bello guaglione" Francesco Rutelli. Alla nutrita pattuglia di azzurri che si sono fatti tentare dal canto della "sirena" Clemente Mastella. Dal gennaio 2001 sono infatti sei i deputati di Forza Italia che si sono accasati nell'Udeur: Giampaolo Nuvoli, Sergio Iannuccilli, Antonio Oricchio, Paolo Santulli, Ciro Borriello e Adolfo D'Ambrosio. Mentre Giovanni Mongiello ha compiuto lo stesso percorso, ma da sponda Udc. Senza dimenticare quelli che si sono trasferiti, ma a livello locale. A qualcuno non saranno sicuramente sfuggite le giravolte di Pino Gallo (ex consigliere regionale del Molise passato dall'Udc all'Udeur) o di Marco Verzaschi (ex assessore alla Sanità alla regione Lazio in quota Fi) che ha portato in dote a Clemente Mastella anche il capogruppo di Fi al comune di Roma Gianfranco Zambelli, oltre ad un paio di consiglieri comunali. Mentre sempre nel Lazio si registra il "doppio carpiato" di Marco Di Stefano, ex capogruppo Udc a Roma e oggi assessore al personale nella giunta di centrosinistra di Piero Marrazzo. Sorte simile è toccata all'ex presidente del consiglio provinciale di Milano l'azzurro Roberto Caputo che, nonostante la nomina a vicepresidente del consiglio provinciale, ha preferito dimenticare la vittoria del diessino Penati, nella Margherita. Ma nella truppa dei voltagabbana si fa strada una nuova figura quella del fondatore di nuovi partiti. Così, ad esempio, Gianfranco Rotondi e Mauro Cutrufo hanno lascito via due Macelli per rifondare, nela storica piazza del Gesù, la mai morta Democrazia Cristiana. Mentre Alessandra Mussolini, in aperto conflitto con Gianfranco Fini, ha abbandonato Alleanza Nazionale per dar vita ad Alternativa S

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