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La Russa: «Non è una novità Comunque, è apprezzabile»

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Fini scrive agli iscritti? E allora?». Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, non sembra tanto stupito dall'iniziativa del presidente del suo partito. Anzi. E racconta: «Avevo visto la lettera un paio di settimane fa. Me l'aveva mostrata il responsabile della propaganda, Roberto Menia. Non mi sorprende». Be', presidente, Fini non manda lettere tutti i giorni agli iscritti... «Vero, ma neanche si può dire che non l'ha mai fatto». Ma ha preso carta e penna soltanto in occasioni straordinarie. «No, no, si sbaglia». Be', ha scritto ai tesserati dopo il viaggio a Gerusalemme per spiegare il senso delle sue frasi. Fu un'occasione eccezionale. «Sì, ma ha scritto anche in altri casi. E i destinatari non sono stati soltanto gli iscritti di An. Sono state inviate lettere anche a chi non ci vota». Quando? «In occasione delle Europee del 2004 mandammo una lettera a quattro milioni di persone e poi un'altra solo ai nostri iscritti. Non vedo nulla di straordinario stavolta». La Russa, però si è trattato di iniziative elettorali. Questa volta non si direbbe. «Ma le elezioni non solo tra mezzo secolo». Non le sembra dunque una novità? «Guardi, per parlare la sua lingua, quella giornalistica, non vedo la sensazionalità della notizia. Ma oramai ci stiamo abituando anche a questo». A che cosa? «Vado a pranzo con Storace e mi ritrovo i giornali che scrivono: "Incredibile, La Russa va a pranzo con Storace". E dov'è lo scandalo? Ma sa quante volte ci siamo visti? A me sembra che ci si debba occupare di più di cose serie che delle chiacchiere inutili». Torniamo alla lettera. Fini nel merito si «scusa» per essere stato un po' assente dal partito. E afferma che se ne occuperà di più. Che cosa ne pensa? «È quello che aveva già detto. Quindi, non mi sorprende». Adesso lo scrive, però. «D'accordo, e allora? Era quello che aveva detto all'assemblea nazionale di An. Insomma, sta mettendo su carta quello che aveva già annunciato». Ma lei condivide quel che scrive Fini? «Scusi, ma forse non ci capiamo. Allora, ricapitoliamo. Fini parla all'assemblea nazionale di An a luglio e annuncia che si occuperà del partito. Tutti votiamo a favore. E anche io ho votato a favore. Quindi, potrei oggi non condividere se scrive quello che abbiamo già votato?». Perché sembra bocciare la gestione del partito delegata ad altri. E lei è stato coordinatore a lungo... «No, questa è una lettura maliziosa. Fini è il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. E per questo ha dovuto delegare. Adesso andiamo incontro alle elezioni e mi pare del tutto ovvio che riprenda in mano il timone. Anzi, è proprio quello che gli abbiamo chiesto». Fini però compie anche un altro passaggio che suona un po' come una sconfessione... «Ah sì, e quale?». Quando si rivolge agli iscritti direttamente chiedendo di superare le correnti. «Ma sta scrivendo agli iscritti! Quindi è normale che cerchi il contatto diretto. Sono tutti concetti già espressi da Fini».

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