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Fini ad An: «Scusate l'assenza, ora torno io»

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Il leader della destra ammette: «Anni difficili ma siate fieri di quel che ha fatto il governo»

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Addio colonnelli, si rivolge direttamente agli iscritti. E lo fa scrivendo una lettera che sta partendo in questi giorni e il cui testo è stato anticipato da Secolo, il giornale del partito, proprio ieri. Ma è il passaggio centrale della misiva che appare confermare il nuovo corso: «Purtroppo i tanti impegni istituzionali mi hanno impedito, in questi anni, di essere più vicino al partito e soprattutto ai suoi iscritti. Ora ti chiedo di aiutarmi a ricreare l'unità interna, di sostanza e non di facciata, di tutta la nostra comunità politica e umana». «Caro amico, abitualmente ricevi lettere come questa in campagna elettorale. Io, invece - esordisce Fini - ho deciso di scriverti adesso, per chiederti di darmi una mano, per far ripartire assieme Alleanza nazionale verso le prossime elezioni politiche, che dobbiamo vincere e che devono vedere An uscire più forte dalle urne». «Veniamo - ricorda il presidente del partito - da quattro anni di governo, anni difficili per le condizioni dell'economia mondiale, delle crisi internazionali e del terrorismo globale: ma sono anni in cui abbiamo saputo ricostruire l'immagine di un'Italia forte e rispettata nel mondo». Il capo della formazione di via della Scrofa ricorda che «abbiamo riformato il mercato del lavoro e il sistema fiscale, la scuola e l'università, abbiamo garantito sicurezza e ordine, abbiamo dato voce a un'Italia piena di speranze». Certo, ammette il leader di An, «sappiamo che che c'è ancora molto da fare, ma dobbiamo essere fieri del nostro operato. I nostri ministri e sottosegretari sono stati tutti all'altezza del loro compito». Dopo essersi scusato per l'assenza e aver chiusto aiuto per ritrovare l'unità, il leader della destra afferma: «Voglio che finisca la stagione del correntismo e che An torni a essere un partito pieno di entusiasmo e di concordia. Io farò la mia parte, spero senza deluderti, con fermezza, progetti, voglia di vincere». «Ma Alleanza nazionale - scrive ancora il presidente di An rivolgendosi direttamente ai singoli destinatari - ha bisogno di tutti i suoi sostenitori, anche di te. Se sapremo ritrovare la nostra tradizionale capacità di stare in mezzo alla gente e di concepire la politica come passione ideale, An sarà ancora determinante per impedire che la sinistra torni al governo. Un obiettivo - conclude Fini - che insieme possiamo raggiungere». Non parlano i capicorrente, ad eccezione di Altero Matteoli (Nuova alleanza o quel che ne resta) che giudica la lettera «ottima, condivisibile, apprezzabile». L'esponente di via della Scrofa giudica «innanzi tutto importante il momento scelto» per questa iniziativa, «perché è bene che questo richiamo arrivi nel periodo delle vacanze quando tutti tendono a rilassarsi». Quanto agli obiettivi indicati dal leader di An, per Matteoli «ci sono tutte le premesse e tutti i presupposti perché possano essere raggiunti» e d'altra parte «era inevitabile che dopo le elezioni, con tutta la classe dirigente passata al governo, si creasse qualche problema all'interno del partito». «Un'iniziativa opportuna dalla quale si evince chiaramente la volontà di Fini di tornare ad occuparsi direttamente del partito, non soltanto impegnandosi in prima persona, ma rivolgendosi direttamente agli iscritti», commenta invece il ministro dlele comunicazioni, Mario Landolfi, un finiano doc. Che considera «importante» aver indicato tra gli obiettivi principali da perseguire «l'unità vera» di An e «la vittoria alle elezioni». Traguardi che possono essere raggiunti: «Le premesse ci sono - dice ancora il ministro delle Comunicazioni - alla ripresa autunnale Fini interverrà attivando gli organi statutari e mettendo mano all'esecutivo del partito. Tutto questo contribuisce a creare un'atmosfera più serena, permettendo così a ciascuno, secondo le proprie responsabilità, di lavorare per raggiungere gli obiettivi indicati da Fini». Italo Bocchino, numero tre di destra protagonista (dopo Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa) giudica «molto importante» la lettera: «Innanzi t

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