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L'INTERVENTO

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Alcuni elevati socialmente, dimenticano la terra nativa. Il dottor Fazio non l'ha dimenticata e accanto ad un forte cammino ascendente nelle scienze economiche ha dedicato ricerche profonde sulle grandi figure della provincia, in particolare su San Tommaso d'Aquino le cui Summae (Teologica e Filosofica) restano punti di riferimento fondamentali non soltanto nella cultura religiosa. I due campi di approfondimento si sono talvolta incrociati. Ricordo una sua documentata lezione volta a dimostrare - contro tutti i pregiudizi maltusiani che la crescita della popolazione non solo non aumenta le difficoltà ma rappresenta un elemento attivo di sviluppo. L'ordinamento vuole che alla testa della Banca d'Italia vi sia un Governatore, affrancato da ogni vincolo di dipendenza e senza limiti di età. Sono sempre falliti i tentativi di modificare questa quasi sacralità, messi in campo da interessi di vario tipo, poco rassegnati al rispetto delle regole e per alcuni, non convinti che vi sia instabilità nei governanti e stabilità nel governatore. Straordinaria eccezione alla contrapposizione dei ruoli fu possibile a Luigi Einaudi rimanendo governatore mentre assumeva, accanto a De Gasperi, la vicepresidenza del Consiglio e il Ministero del Bilancio. Non entro nel merito - anche perché non conosco tutti gli elementi e non ho la sufficiente professionalità - delle questioni specifiche che sono in questo momento l'oggetto delle polemiche contro via Nazionale. In via generale una salvaguardia da un eccesso di invadenze estere non mi sembra errata. Né condivido in tesi la diffidenza, che è diffusa verso le cooperative e i consorzi relativi. Ricordo di aver visto in Mozambico un lavoro da imprese multinazionali eseguito da una Cooperativa italiana: tanto per fare un esempio. Senza dire che le cooperative sono fiori all'occhiello nello sviluppo sociale italiano. In quanto alla creazione di nuovi ricchi non è un fatto nuovo. C'è da rilevare che le caratteristiche molto preoccupanti della «Nuova Finanza» possono veder imperniata sul vuoto anche la crescita di inaudite posizioni. Una volta si usava l'espressione «giuoco in Borsa» e sembrava improprio. Nelle polemiche di questi giorni figura anche una riconsiderazione di una misura straordinaria adottata qualche anno fa, con l'agevolazione del rientro legalizzato dei fondi clandestinamente esportati. A parte l'eccezionalità della sanatoria è legittima una attenta analisi del fenomeno sia per evitare che possano ripetersi le fughe sia per verificare - almeno in grandi linee - quel che è successo dei fondi rimpatriati. La moneta comune ha certamente tolto molto potere ai singoli Governatori; mentre la vigilanza è resa più complessa dall'estensione delle regole di liberalizzazione all'interno dell'Unione Europea. Sessanta anni fa un Governatore fu messo nella graticola e soggetto addirittura ad un processo penale. Scrissi nel Popolo una nota a difesa di Vincenzo Azzolini: se l'8 settembre del 1943 avesse seguito il governo nella fuga al Sud sarebbe tornato al suo posto riverito e rispettato. Aveva scelto invece di restare a custodia della Banca d'Italia illudendosi di poter fronteggiare l'occhiuta rapina del tedesco invasore. Fu un caso di deroga all'incarico a vita; anzi si salvò per un voto dalla condanna a morte. Tempi diversi i problemi diversi. Ma la sottile cattiveria di certe odierne polemiche ha qualcosa di antico. Non a caso in Italia quel che conta e domina è il precedente.

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