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Follini applaude, la Lega tace, An si divide e Forza Italia s'arrabbia

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«La possibilità di affermazione di questa maggioranza - ha detto ieri Follini - è strettamente legata alla sua capacità di innovazione». Parole che hanno suscitato la replica stizzita di Forza Italia: «È giunto il momento da parte dell'Udc - ha ribattuto il coordinatore nazionale Sandro Bondi - di mettere le carte in tavola». E mentre la Lega tace, Francesco Storace si è schierato con Fini che, nei giorni scorsi, aveva rigettato l'ipotesi di un cambio di leadership. «Questo cupio dissolvi proprio non mi piace - ha detto il ministro della Salute -, e non vorrei che Casini cercasse un alibi per poter affermare dopo le elezioni "l'avevo detto" e potersi muovere con le mani libere». Dà ragione a Casini, invece, Gianni Alemanno: «Per vincere le elezioni - ha concordato il ministro - il centrodestra ha bisogno di un momento di discontinuità». E anche Domenico Fisichella si è detto convinto che Casini sia nel giusto. Ma ad alimentare il dibattito, di ieri, è stata soprattutto una dichiarazione di Gianfranco Rotondi. «Berlusconi si ritirerà - ha pronosticato il segretario della Dc - il rilancio della sua candidatura è una finta micidiale. La verità è che Berlusconi si ritirerà e la reazione di Casini è dovuta al fatto che il nuovo candidato premier non sarà lui, ma un signore su cui segretamente (ma non tanto se lo so anche io) Fini e Bossi hanno dato l'ok». Rotondi ne ha tracciato un breve identikit: «Una figura nuova, esterna, di altissima caratura, che non apra la competizione tra i cinquantenni, un nome che scompagini i giochi alla vigilia delle elezioni e che resterà segreto fino a gennaio». Illazioni che Carlo Giovanardi ha in parte confermato: «Berlusconi mette nel conto che possa presentarsi un altro candidato premier». «Io sono amico di Casini, quindi lo vedrei benissimo - ha aggiunto - ma anche quella di Montezemolo sarebbe una candidatura autorevole».

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