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La Procura smentisce: «Fazio non è indagato»

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I magistrati romani hanno ricevuto dai colleghi di Milano gli atti dell'inchiesta e le intercettazioni

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Il governatore della Banca d'Italia rimane al centro delle polemiche del mondo politico e finanziario, al punto da far approdare il caso Bankitalia sul tavolo del governo che anche alla «situazione che si sta sviluppando nel settore bancario», ha spiegato Silvio Berlusconi, ha dedicato un vertice in serata. Dalla Procura di Roma nel frattempo si fa sapere che Fazio non è iscritto nel registro degli indagati dell'inchiesta aperta sulla scalata Antonveneta dove già compaiono il responsabile della vigilanza di Bankitalia, Francesco Frasca, lo stesso Fiorani e il presidente di Bpi, Giovanni Benevento. Gli inquirenti romani hanno ricevuto ieri dai colleghi di Milano gli atti, tra i quali le intercettazioni eseguite dalla guardia di finanza e, tra queste, alcune riguardanti colloqui telefonici tra Fazio ed un paio di indagati nell'inchiesta milanese. L'eco della vicenda si è fatto sentire anche sulla stampa internazionale, prima di tutto sul Financial Times che al governatore, e all'«assedio» di inquirenti, politici e sindacati che lo circonda, ha dedicato l'apertura della prima pagina. In un lungo articolo, il quotidiano della city riporta le frasi intercettate dalla Guardia di Finanza durante la conversazione tra Fazio e l'amministratore delegato di Banca Popolare italiana, Gianpiero Fiorani: trascrizioni che — scrive ricostruendo la vicenda — «suggeriscono la preferenza di Fazio per una vittoria della Bpi, atteggiamento questo che distruggerebbe la pretesa che la Banca d'Italia sia un organismo regolatore indipendente». Sulla stessa linea è anche il Wall Street Journal, secondo cui le intercettazioni «sembrano dimostrare che Fazio ha giocato un ruolo attivo nel cercare di bloccare l'Opa di Abn Amro su Antonveneta». Oltre ad essere una delle figure «più potenti d'Europa» il governatore è dunque, secondo il Wsj, anche «una delle più controverse». La polemica politica continua ad infuriare tra chi difende l'operato di Via Nazionale, come il ministro del Welfare Roberto Maroni che di fronte alle intercettazioni chiede l'intervento del Garante della Privacy, e chi accusa Fazio di parzialità, e ne chiede le dimissioni. Come la Fabi che ha scritto direttamente a Ciampi per spingere il governatore a lasciare il suo posto. Ambienti di Bankitalia hanno però «escluso in modo netto» che il Governatore abbia pensato o stia pensando a dimettersi. Anche se sulla poltrona di Fazio c'è già chi vede seduto qualcun altro: il toto-nomine vede tra i favoriti Tommaso Padoa Schioppa e Mario Monti, con citazioni anche per Pierluigi Ciocca, Mario Draghi, mentre il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco, citato da alcuni giornali si è chiamato fuori: «È un nonsense», ha dichiarato. Ma secondo fonti ben accreditate a palazzo Chigi il vero outsider potrebbe essere Angelo Provasoli, attuale rettore dell'Università Bocconi e revisore dei conti della stessa Banca d'Italia.

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