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Il partito tace e sta a guardare

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Parla solo Tremaglia: «Fiducia al nostro leader da ogni parte d'Italia»

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A romeperlo solo il ministro degli Italiani all'Estero Mirko Tremaglio che, attraverso una nota, ha voluto commentare la vicenda chiedendo ai colonnelli di fermarsi. «In questi momenti, di grande confusione politica - ha scritto Tremaglia -, credo di poter esprimere un vasto orientamento necessario e giusto per la vita e l'avvenire del nostro Partito. Respingo tutte le manovre esterne e qualche volta interne che consapevolmente e, talvolta anche senza saperlo, tendono a portare solo crisi nelle fila di Alleanza Nazionale. Credo di poter dire a tutti quelli che vogliono comandare: fermatevi». «Rispettiamo - ha esortato il ministro - quanti credono nell'avvenire, avendo avuto un passato di fedeltà. Al di là delle assemblee, vi è questo Partito che vuole difendere sè stesso e, mai come in questo momento, sente l'oppressione e la malefica prepotenza delle correnti degenerate. E allora io chiedo come primo passo, di vero autentico riscatto nazionale e di nuova ripresa e forza del Partito, di compiere un atto di solidarietà nei confronti del presidente Gianfranco Fini. In questo momento ritengo proprio necessario questo atto di fiducia alla sua persona da ogni parte d'Italia per una nuova grande iniziativa del nostro Partito con la propria identità e con i valori ai quali la Destra non può rinunciare». Ma anche il ministro delle comunicazioni Mario Landolfi, considerato uno degli uomini più vicini al leander, entrando a palazzo Chigi per partecipare al Consiglio dei Ministri, ha commentato la vicenda. «Basta polemiche - si è limitato a dire Landolfi -, il partito ha bisogno di unità e di Fini».

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