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«Ma quale svolta? Hanno sollevato un polverone per nulla»

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Lo fa Marcello Veneziani, scrittore, giornalista, che, appena gli si chiede di commentare la «svolta valoriale» di An, chiosa: «Mi sembra che Fini e i suoi "colonnelli" abbiano raggiunto un compromesso responsabile e ragionevole. D'altronde nessuno era in grado di andare al massacro. Se poi mi domandate cosa resta di tutto questo, mi sembra che si sia fatto un gran polverone per nulla». Punto e a capo. La svolta, se c'è stata, nessuno se n'è accorto. Eppure, secondo Veneziani, qualcosa è comunque cambiato. «L'unico cambiamento - continua -, come ha detto anche il ministro Alemanno, è che Fini è sceso dal piedistallo. Da oggi in poi, in An ci sarà la possibilità di non ritenere assolutamente indiscutibile l'operato del leader. Ma niente di più». A sentire Veneziani viene da pensare che, alla fine, si tratti di un problema di comunicazione o di incapacità di dare una lettura politica dei fatti. Da un lato, infatti, ci sono i "colonnelli" che, «guai a parlare di sconfitta». Dall'altra osservatori esterni come Veneziani, uno che della Destra ne ha parlato e scritto fino alla nausea, che questa grande vittoria proprio non riesce a vederla. Che la verità stia nel mezzo? «Non credo - riprende Veneziani -. Avrei parlato di svolta se, dall'assemblea di domenica fossero uscite indicazioni per l'elezione di un segretario. Un segretario vero, votato all'interno di un congresso e non un semplice fiduciario del leader. Oppure se si fossero messe in campo delle iniziative politiche capaci di ridestare questa Destra dal torpore in cui sembra relegata». Può spiegarsi meglio? «Negli ultimi tre mesi perfino la Lega ha preso iniziative politiche. Iniziative che sono andate ad occupare spazi tradizionalmente occupati dalla Destra. Questo significa che c'è qualcosa che non va. Ribadire semplicemente dei valori rischia di essere solo un'esercizio di stile, magari anche un utile esercizio, ma tale rimane». Ora in molti si interrogano sul futuro di questo partito uscito, almeno formalmente, forte e compatto dall'Assemblea di domenica. «Francamente credo non si andrà da nessuna parte. Dopotutto si è rimandata ogni cosa alla conferenza programmatica in autunno. Quando non si conclude niente, si conclude sempre con un rinvio». Resta ancora un dubbio da sciogliere. Ma tutto questo gran polverone avrà portato qualche beneficio alla coalizione di governo? Secondo Veneziani «il fatturato politico dello scorso fine settimana è praticamente pari a zero. Anche l'Udc che ha messo in discussione la leadership di Berlusconi senza poi proporre un'alternativa credibile ha solo portato un "colpo basso" alla Cdl. Indebolendo la leadership di Berlusconi. Detto questo, nè dall'Assemblea di An, nè dal congresso Udc mi sembra sia uscito qualcosa che segnali un'iniziativa politica». Non le sembra un giudizio un po' troppo duro? «Mi limito ad una semplice osservazione della realtà. Le due assise - continua Veneneziani - non hanno prodotto nulla. E dicendo questo sto sottolineando un elemento positivo. Nella migliore delle ipotesi, infatti, non creeranno problemi. Nella peggiore direi che hanno portato qualche danno». Insomma, secondo Veneziani, e forse non solo secondo lui, la settimana che doveva cambiare il mondo si è risolta con un mesto «nulla da segnalare». Ai posteri l'ardua sentenza. N. I.

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