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«Andiamo avanti Vogliamo un referendum»

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Soprattutto tra i ministri del Carroccio che pur sempre, Costituzione alla mano, sono nominati dal presidente della Repubblica. Roberto Maroni per esempio prima rilancia: «Consultare il popolo sovrano su una questione come l'euro è un atto dovuto, non lucida follia della Lega». «L'euro - spiega il titolare del Welfare - ha portato ad un impoverimento drammatico di milioni di famiglie. E bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. Mi pare piuttosto una follia - ha aggiunto - questa paura del nostro ceto politico che rifiuta di sentire l'opinione del popolo sovrano su una questione così importante. Spero ascoltino la Lega presto - conclude - perché fra un po' sarà veramente troppo tardi per intervenire». Poi però cerca di parare i colpi: «Mi paiono reazioni spropositate. C'è stata una contestazione non al presidente Ciampi - sostiene Maroni - ma alle sue parole sull'euro. Si tratta di una posizione nota della Lega, e anche il presidente della Repubblica ha contenuto l'episodio nella sua dimensione di un normale confronto parlamentare. Questa ennesima violenta strumentalizzazione da parte della sinistra - aggiunge - dimostra il grande nervosismo dell'opposizione. Non è stato un caso clamoroso, si è voluto contestare l'euro attraverso le parole del capo dello Stato». E a chi gli fa notare che anche Alemanno e Follini hanno duramente criticato la Lega, risponde: «Evidentemente non hanno visto bene che cosa è successo». Attacca Roberto Castelli: ««Registro una pressochè unanime condanna per le manifestazioni dei leghisti al Parlamento europeo - afferma il ministro della Giustizia - manifestazioni che lo stesso presidente ha così commentato: "Le interruzioni in Parlamento sono nella normalità". Mi sarebbe piaciuto - sottolinea ancora il Guardasigilli - che gli stessi che oggi intervengono, avessero espresso anche sostegno e solidarietà al Presidente del Senato Marcello Pera quando qualche tempo fa fu fatto segno da parte dei senatori della sinistra di volgari accuse e addirittura di gesti minacciosi. Ancora una volta - conclude Castelli - devo registrare, anche all'interno della Casa delle Libertà, una desolante disparità di giudizi e di reazioni. Se gli attacchi vanno condannati, vanno condannati sempre». Calderoli lega invece quanto accaduto al fatto che proprio ieri il Parlamento europeo ha negato l'immunità per Bossi per i fatti di via Bellerio: «Sulla vicenda - spiega il ministro per le Riforme - si erano già pronunciate la Cassazione e la Corte Costituzionale rinviando il caso alla Corte d'Appello, sollevando fra l'altro dubbi sulla liceità della perquisizione». «Se quella perquisizione era illegittima - conclude - allora Bossi, il sottoscritto e gli altri incriminati non sono gli aggressori ma gli aggrediti, responsabili soltanto di aver difeso il dettato costituzionale». «Pentiti? Ma sta scherzando? Non attacchiamo la persona in quanto tale ma delle idee che sono aberranti. L'Europa che ci vogliono prospettare è un mix di fascismo e comunismo, l'antitesi della democrazia» dice l'europarlamentare della Lega Nord, Matteo Salvini. Mentre il presidente dei senatori leghisti, Ettore Pirovano, ha parlato di «gravissimo errore di bersaglio» operato dagli europarlamentari leghisti. Per Pirovano le contestazioni avrebbero dovuto essere rivolte all'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi.

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