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Sorpresa, Ricucci non vende e supera il 20%

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Starebbe puntando al 29,9% che gli consentirebbe, con un piccolo aiuto, di lanciare un'Opa su Rcs

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Stefano Ricucci ve l'ha fatta. Martedì i soliti ben informati avevano messo in giro la voce che l'ex odontotecnico di Zagarolo avesse intenzione di vendere il suo consistente pacchetto di azioni, uscendo addirittura dal ruolo di azionista di riferimento, per una sostanziosa plusvalenza. Sempre i soliti ben informati avevano fatto sapere che l'immobiliarista aveva già dato mandato al suo avvocato di trovare un accordo per una vendita ai pattisti. Ebbene, era tutto clamorosamente falso. Ieri mattina all'apertura della Borsa una notizia ha allarmato i «ben informati»: Rcs era cresciuta del 6 per cento e, in un'ora, erano state scambiate 4 milioni di azioni. Alla faccia della resa di Ricucci! Alle tredici, il titolo Rcs si era assestato su un tre per cento in più con uno scambio di azioni di sei milioni di pezzi. Alle 14,30 Rcs aveva già l'8 per cento ed erano state scambiate già 12 milioni di azioni. E pensare che la mattinata si era aperta con le parole dello stesso Ricucci che, dalle pagine de Il Sole 24 Ore, aveva candidamente ammesso di non avere nessuna intenzione di vendere aggiungendo che o c'era «nessuna trattativa i corso» e anzi, che sarebbe sua intenzione «arrivare al 29,9 per cento» di Rcs. Se ciò avvenisse significa che, alla fine, basterebbe pochissimo a Ricucci per lanciare l'Opa su via Solferino (notizia che Il Tempo aveva anticipato ieri). Ma cosa è successo dopo che, in molti, avevano profetizzato «una ignominiosa ritirata» di Ricucci? Semplicemente il mercato crede di più all'ex odontotecnico di Zagarolo che ai pattisti, forse non così uniti, di Rcs. L'ipotesi più probabile è che i pattisti abbiano tentato di «raffreddare» il titolo, di togliere pressione con qualche vendita mirata, sperando di spaventare Ricucci con un deprezzamento. Ma l'immobiliarista romano no si è spaventato anzi, non ha fatto attendere la sua risposta. Itanto, altre notizie arrivano dalla Consob, che ha sbloccato l'Opas della Banca Popolare di Lodi, ora Banca Popolare Italiana, su Antonveneta. Il via libera c'è, ma pensare che sulla perla del Nord Est si sia in dirittura d'arrivo sarebbe veramente un'illusione. C'è un mese di tempo per la nuova assemblea (25 o 27 luglio) e il traffico di legali e di carte, nei tribunali, nelle procure e al Tar del Lazio resta sempre intenso. Ma in serata è arrivata la notizia più attesa. Secondo fonti finanziarie, dopo la giornata di ieri, Stefano Ricucci avrebbe già superato il 20% del capitale Rcs, rispetto al 18,145% detenuto in precedenza, e sarebbe imminente una sua comunicazione alla Consob del superamento di tale soglia rilevante. Nell'attesa restano i numeri di ua giornata i cui, in Borsa, il titolo Rcs ha scambiato per quasi il 2% del capitale con un rialzo del 6,66% nel finale di seduta a chiudendo 5,735 euro.

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