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Libertà di ricerca scientifica

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In questo modo si consentirebbe la ricerca scientifica sulle cellule staminali di origine embrionale. Su questo, come sugli altri punti, già da settimane si registra un'accesa polemica che coinvolge tanto le forze politiche quanto la comunità scientifica. I sostenitori del «no» e quanti si sono apertamente schierati per il non voto, infatti, ritengono fondamentale richiamarsi a quella scuola di pensiero secondo cui non vi è alcuna certezza scientifica sull'efficacia delle cellule staminali embrionali nella ricerca (che anzi sarebbero cancerogene) rispetto a quel che sotto questo aspetto possono invece garantire le cellule staminali «adulte» che hanno già portato a dei risultati. Secondo gli astensionisti, infatti, la raccolta delle firme è stata effettuata con l'inganno promettendo «cure miracolose» che esistono solo nella fantasia e non nella realtà. Se vincesse il sì, secondo loro, si aprirebbe la strada a pratiche eugenetiche (selezione del colore degli occhi, del colore dei capelli ecc.), alla clonazione e gli embrioni verrebbero usati come cavie umane. I sostenitori del referendum, al contrario, sono convinti che l'utilizzo delle staminali embrionali possa portare a risultati confortanti, rigenerando i tessuti umani, nella cura di malattie come il morbo di Parkinson, l'Alzheimer, il diabete, i tumori. Il sì a tale quesito, dicono i promotori dell'iniziativa referendaria, «restituisce la speranza a milioni di persone». Tra l'altro, sottolineano, qualora dovessero vincere, continueranno ad essere vietate sia le pratiche eugenetiche, che la produzioni di embrioni solo per essere utilizzati nella ricerca scientifica, che la clonazione riproduttiva. Mentre sarà permessa la clonazione terapeutica.

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