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Riecco De Mita-Mastella, Prodi rischia

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La coppia che ha dominato la Dc negli anni Ottanta torna alla carica: «L'Unione ormai non esiste più»

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Oggi, l'ex segretario del partito di via del Gesù è il coordinatore regionale della Margherita in Campania. Anche se nella realtà è la mente della svolta rutelliana e della scelta dei centristi del centrosinistra di mandare a monte il sogno di Romano Prodi della lista unitaria ulivista. L'altro, il suo portavoce una ventina di anni fa, è oggi alla guida dell'Udeur, l'ala destra del centrosinistra. Per motivi diversi, entrambi ieri sono tornati a farsi sentire. E per motivi diversi entrambi hanno picconato la leadership di Prodi (che proprio De Mita volle alla guida dell'Iri proprio in quegli anni). L'ex segretario della Dc ha spiegato: «Comincio a temere che questo atteggiamento di Prodi, per scelta propria o suggerimento di collaboratori disinvolti, spinga le scelte di Prodi su posizioni anti-partito, sull'accrescimento di ruoli personali nella politica». Ciriaco De Mita, nel corso di un'intervista concessa al Mattino, sottolinea: «La politica è l'arte della persuasione, della capacità di indicare, proporre e spiegare soluzioni - afferma - E la mediazione politica non è l'arte dell'imbroglio o della spartizione, ma la capacità di ricomporre a sintesi le diverse opinioni». Per De Mita, «anziché discutere di come governare, da mesi se non da anni discettiamo di liste uniche e di partiti unici. La Margherita - specifica - è un partito del centrosinistra. Che nell'Unione possa nascere, crescere e rafforzarsi una spinta per la coesione, la Fed, può anche essere utile e opportuno. Immaginare però che la Fed sia il luogo esclusivo della politica anche dentro l'Unione, credo possa costituire un rischio. Se così fosse, è l'Unione che andrà in crisi e dentro potrebbero verosimilmente nascere posizioni alternative. Ma questo - puntualizza De Mita - non coincide con programmi di terze forze o costituzione di equilibri, che emarginino le estreme come disegno prefigurato». Poco dopo arriva il gioco di sponda del vecchio amico Clemente da Ceppaloni, il piccolo centro nel Beneventano dove è sindaco: «È del tutto inutile far finta di nulla. La coalizione dopo le varie scosse sismiche, così come l'avevamo immaginata, non c'è più. Occorre prendere atto con realismo che l'Unione è in crisi. Per cui va reinventato un nuovo modo di stare assieme. A questo deve applicarsi, se ne ha voglia e pazienza, Romano Prodi». Insomma, una dichiarazione di morte dell'intera Unione che sembra essere soltanto un avviso. «Per quanto ci riguarda - aggiunge Mastella - lo diciamo ad alta voce e lo proporremo la prossima settimana ai nostri organi di partito, la soluzione al momento più intelligente ci sembra quella di dare vita ad una coalizione realmente di centro-sinistra, ben equilibrata politicamente e programmaticamente e nella quale il Centro sia una cosa seria, senza l'egemonia di nessuno. Se così non sarà conclude Mastella - nessuno potrà lamentarsi che nel Paese continui a crescere e a trovare spazio politico una grande voglia di Centro soprattutto se, come riteniamo, alle politiche del prossimo anno il candidato leader del centrodestra non sarà Berlusconi». Il suo è tornato. Con il preciso obiettivo di condizionare Prodi, attraverso anche la costituzione di un asse centrista sempre più forte. Margherita e Udeur potrebbe infatti stringre un'alleanza.

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