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Le religioni si interrogano

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La maggior parte delle fedi lascia libertà di scelta

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Di rilevante importanza numerica, visto che tra evangelizzatori e «simpatizzanti» arrivano a quasi 430mila, i fedeli del culto dei Testimoni di Geova rappresentano oggi la seconda religione italiana. Si recheranno alle urne mantenendo un certo distacco, anzi forse saranno in ben pochi ad andare a votare. Saranno chiamati al prossimo referendum anche i circa 150mila cristiani evangelici, rappresentati dal pastore Carlos Zarazaga, che ha chiarito la posizione della sua comunità religiosa nei confronti dei temi di bioetica, in generale, e della procreazione assistita. «Siamo convinti — spiega — che queste siano decisioni da prendere in maniera personale o, nel caso specifico, all'interno della coppia. La nostra Chiesa punta molto sull'individualità decisionale di ciascuno dei nostri fedeli e, su temi come questo, non siamo per niente dogmatici». All'ultimo censimento hanno raggiunto in Italia i 35 mila individui e tra le chiese cristiane evangeliche, quella Valdese è tra le più proiettate verso un'identità moderna, che cerchi di rivisitare i canoni classici dell'etica morale e tenti di abbattere le barriere dei dogmi inviolabili. Ad intervenire a nome della comunità è Sergio Rostagno, emerito di teologia sistematica della Facoltà Valdese di Teologia di Roma. «In questo caso si può, anzi si deve, lasciare libera la scelta. Per libera scelta intendo, però, qualche cosa di molto relativo. Più che di scelta "libera", parlerei piuttosto di decisione sofferta». Sulla linea della «libera coscienza» si pone anche la piccola comunità luterana che conta 7mila fedeli in Italia. I seguaci di Martin Lutero non prendono una posizione ufficiale per quanto riguarda le questioni italiane, non si dichiarano a favore di temi scottanti come quello dell'aborto, ma non pongono neanche dogmi o veti nei confronti di scelte personali o di particolari ricerche scientifiche. Anche gli esponenti della corrente New Age di Scientology, che ad oggi nel nostro Paese conta, secondo le loro ultime stime, circa 100mila seguaci, intervengono nel dibattito sulla fecondazione assistita e sul prossimo refendum. «Di fatto — spiega il portavoce e Direttore degli Affari Pubblici di Roma, Fabrizio D'Agostino — non esiste una posizione ufficiale della Chiesa di Scientology in merito alla fecondazione artificiale». Assolutamente contrari alla procreazione assistita sono invece gli esponenti del gruppo «Tunka Oyate», componenti di una piccola comunità di Torino vicini alle filosofie di vita di alcune tribù di Indiani d'America ed del culto dello sciamanesimo. «Noi siamo assolutamente contrari alla procreazione assistita ed a qualsiasi tipo di manipolazione della vita — spiega il Presidente dell'Associazione Tunka Oyate, Mariano Romano — Se qualcuno non può avere figli, significa che il creatore non ha voluto questo per loro».

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