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CAPRARA

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Il Pci e i magistrati Già Togliatti aveva un registro segreto

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Quegli atti venivano regolarmente trasmessi al Comintern, e sono oggi conservati negli archivi di Mosca. Lo rivela Massimo Caprara (nella foto), segretario dell'ex leader comunista e ministro della Giustizia Palmiro Togliatti, militante del Pci e membro del Comitato Centrale dal '43 a tutto il '69, anno in cui fu radiato insieme al gruppo del Manifesto. Caprara ha testimoniato presso il Tribunale di Trento nell'ambito del processo per diffamazione aggravata nei confronti del giornalista Giancarlo Lehner, autore dell'opuscolo «Legittimo sospetto», allegato al settimanale Panorama del 21 ottobre 2002, a seguito della querela sporta dagli eredi di Generoso Petrella, il magistrato che, secondo il libro di Lehner, sarebbe stato iscritto «clandestinamente» al Pci prima del '69. Essendosi occupato in maniera diretta e personale di tutte le questioni riguardanti i magistrati nella veste di segretario del Guardasigilli, Caprara, nelle informazioni rese nell'ambito delle investigazioni difensive e confermate in aula questa settimana, ha spiegato che un «lavoro riservato» del Pci «era quello relativo ai magistrati». Questi «potevano certo iscriversi al Partito Comunista, ma certamente non era nota a nessuno. Non comparivano assolutamente. Non solo perché loro non volevano, e poi perchè non era opportuno da parte del Partito Comunista». Ma come si diventava magistrati comunisti? In modo molto semplice, secondo Massimo Caprara. «Ci si iscriveva nelle sezioni, il segretario di sezione faceva nota di persona o per lettera la sua iscrizione, che però era controllata dall'Ufficio Quadri del Partito Comunista, cioè dall'onorevole D'Onofrio». «E il Partito Comunista, quindi, delegava D'Onofrio a controllare quelle liste che si chiamavamo "fiches blindate", perché erano note soltanto a lui e soprattutto più di lui le conosceva l'onorevole Secchia, che era il responsabile del settore del Partito Comunista. Caprara ha fatto anche due nomi: quello del procuratore generale di Genova Carmelo Spagnolo, quello di Roberto Peretti Griva, in Corte di Cassazione.

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