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«Un sì contro chi vuole attaccare l'aborto»

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Il primo è che ho seguito, passo passo, il dibattito che ha preceduto e accompagnato l'approvazione della legge. Un dibattito lungo che ha generato spaccature un po' in tutti gli schieramenti e che ha prodotto una legge di difficile applicazione, che sembra ispirarsi all'etica più che alla logica e che, secondo me, offende la dignità e la salute delle donne ed è pervasa da un filone si sospetto antiscientifico. Il secondo riguarda il contenuto della legge». In particolare? «Credo che, dei quattro quesiti, il più importante, anche se il meno discusso, sia quello che vuole abrogare l'art.1 che contiene il riconoscimento della personalità giuridica dell'embrione. Credo che questo riconoscimento getti le basi per lo scardinamento e l'abolizione della legge 194 sull'aborto che è riuscita a salvare la vita di migliaia e migliaia di donne che prima cadevano vittime dei ciarlatani e delle mammane. Sono assolutamente convinta della pericolosità dell'art.1 proprio perché è l'argomento più sottaciuto ma, al contempo, l'obiettivo più perseguito dalle gerarchie eccelsiatiche e dalle formazioni politiche che hanno fatto dell'abolizione della legge 194 la loro bandiera programmatica». Non trova curioso che un sottosegretario si schieri contro una legge approvata dalla maggioranza? «Questa non è una legge del governo ed è stata votata da una maggioranza trasversale. Il mio partito, Forza Italia, ha lasciato libertà di coscienza e io sto cercando di utilizzarla. Per questo trovo importanti le dichiarazioni di Fini perchè esercita la propria libertà di coscienza e, anzi, mi auguro possa influenzare gli elettori di An, un partito della destra democratica, che mi riesce difficile definire confessionale».

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