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La sorpresa spiazza l'alleanza

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I duemila voti, o poco meno, con cui Vendola ha superato Boccia hanno chiuso la vicenda delle candidature della Gad alle regionali; ma il modo con cui l'hanno chiusa pone altri problemi a una coalizione che deve rifare i conti con l'annosa vicenda degli equilibri interni (fra centro e sinistra, fra moderati e radicali, fra partiti maggiori e partiti minori eccetera) e con la scelta delle primarie a livello nazionale. Così, mentre la Cdl mostra di godersi lo spettacolo di una Gad che in una regione chiave nella battaglia di aprile, sarà guidata da un candidato giudicato troppo a sinistra, per la coalizione di Romano Prodi si tratta di capire tutti i messaggi che arrivano dal primo esperimento di elezioni primarie. Per chi ha vinto è l'ora della soddisfazione: per i Verdi, unici a sostenere Vendola assieme al Prc, il messaggio è che gli elettori del centro sinistra, dice Paolo Cento, vogliono «unità, radicalità e chiarezza». Argomenti in più punti simili sono sostenuti da esponenti della minoranza dei Ds, come Fabio Mussi, Pietro Folena e Cesare Salvi, convinti che la lezione della Puglia debba indurre a riflettere il segretario Piero Fassino, impegnato in un disegno che, per le opposizioni interne, comporta una rinuncia all'identità di sinistra che invece può essere vincente. Ma per i vertici dei Ds, la prima considerazione da fare è che ora sta a Vendola essere capace, osserva Fassino, di unire e rappresentare tutta la coalizione e non solo l'area che l'ha espresso. Ds e Margherita rifiutano dunque l'etichetta degli sconfitti; ma sotto la cenere sembra covare il fuoco delle polemiche che hanno diviso a lungo in Puglia i due partiti principali della coalizione e nelle quali è stato spesso coinvolto lo stesso D'Alema, figura di riferimento dei Ds in Puglia.

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