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Finanziaria, slitta a stasera il voto alla Camera

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La manovra dovrebbe approdare il 29 al Senato. Giovanardi: riusciremo ad approvarla in tempo

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Il voto, dunque, non potrà essere espresso prima di stasera, considerati i tempi fissati dai regolamenti parlamentari, in base ai quali devono passare 24 ore per l'avvio delle operazioni di voto, dal momento della richiesta della fiducia. Ha preso corpo così, durante la giornata, evocato a mezza bocca da alcuni parlamentari della maggioranza, il rischio dell'esercizio provvisorio che potrebbe diventare reale se si verificasse qualche nuovo intoppo alla Camera o in Senato, dove la manovra dovrebbe arrivare il 29 mattina in quarta lettura. Ma il ministro Giovanardi ha escluso comunque categoricamente l'eventualità di non approvare la Finanziaria in tempo. I nuovi ostacoli per la manovra 2005 sono emersi a metà giornata, al termine di una stanca discussione generale, alla presenza di un pugno di parlamentari. Il relatore Guido Crosetto ha rilevato l'opportunità di un breve passaggio in commissione, per «piccole correzioni tecniche». D'accordo il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, ma il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini non sembra convinto e sottolinea che la richiesta, «in questo stato dei lavori parlamentari prefigura una serie di difficoltà » e sarebbe necessario comunque «il consenso anche da parte dell'opposizione». Fra i corridoi di Montecitorio si diffondono i «rumors»: il problema non è solo di qualche piccola correzione tecnica, ma più serio. Il presidente della Repubblica, infatti, secondo le indiscrezioni, avrebbe l'intenzione di rinviare alle Camere la Finanziaria se non venisse corretto il comma relativo alla sanatoria per le violazioni connesse alle consulenze della pubblica amministrazione. Una norma pesantemente criticata dalla Corte dei Conti appena prima di Natale. Alla ripresa dei lavori d'Aula, con il pienone fra i banchi della maggioranza e con il governo quasi al completo a cominciare dal premier Silvio Berlusconi, Casini annuncia la richiesta formale del governo di un nuovo passaggio in commissione, per evitare «possibili dubbi di illegittimità costituzionale». La commissione Bilancio, intanto, cassa dalla Finanziaria la sanatoria dei procedimenti legati a consulenze della pubblica amministrazione. Oltre a questa norma abolisce anche quella che prevede una perequazione più favorevole ai trattamenti pensionistici del Banco di Sicilia e altri ex enti creditizi pubblici. E alla ripresa dei lavori dell'Aula Giovanardi chiede la fiducia.

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