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La Finanziaria slitta a dopo Natale

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Ci sarà la quarta lettura

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Il nuovo percorso della manovra è stato deciso ieri dopo che la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito di riprendere l'esame della manovra la settimana successiva al Natale. C'è infatti da correggere parti della Finanziaria e, innanzitutto, quella che proroga il blocco del turn over all'interno delle Regioni. La norma prorogata è stata infatti dichiarata incostituzionale della Consulta pochi giorni fa. E questo potrebbe creare problemi di non poco conto per la firma del Quirinale. Ci sarebbero inoltre delle discrepanze nel testo, come a esempio la proroga di un'agevolazione fiscale per i consorzi di banche abrogata però in un altro comma della Finanziaria. Il Consiglio dei ministri intanto ha autorizzato la fiducia sia sulla Finanziaria, sia sul decreto legge fiscale che ne contiene parte della copertura. Sul decreto il voto di fiducia ci sarà domani, mentre sulla manovra il voto si svolgerà lunedì 27 dicembre, come anticipato ieri dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi. Il nuovo percorso deciso è che già la commissione Bilancio (dove alle 12 di ieri sono già arrivati circa 300 emendamenti alla Finanziaria) modificherà in settimana la manovra per consegnarla all'aula (forse sotto forma di nuovo maxiemendamento) dove sarà licenziata con un nuovo voto di fiducia per essere mandata, appunto in quarta lettura, a Palazzo Madama. Anche in Senato, a questo punto, dati i tempi strettissimi per evitare di andare all'esercizio provvisorio, si potrebbe ripetere lo stesso copione con un nuovo voto di fiducia. La necessità della fiducia è anche legata al fatto che gli stessi parlamentari potrebbero approfittare di questo nuovo «varco» per far passare alcune proposte di modifica accantonate durante il percorso parlamentare. La decisione di andare avanti dopo Natale (non era mai capitato negli ultimi anni) è stata assunta dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio dopo un giro di incontri culminati in un faccia a faccia tra il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini e il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. Dalla stessa maggioranza si contesta però questo modo di procedere e si ribadisce la necessità di una riforma della Finanziaria: in particolare a dar voce al malcontento anche della Cdl è oggi il presidente della Commissione attività produttive di Montecitorio, Bruno Tabacci (Udc). Un voto tra Natale e Capodanno è una cosa «raffazzonata», sostiene Tabacci, confermando che la sua commissione non ha espresso il parere sulla Finanziaria. «È stata una manifestazione - tiene a precisare Tabacci - di dissenso istituzionale; non so come abbiano fatto le altre commissioni perché non c'erano nè i tempi tecnici nè politici». «La finanziaria, che è arrivata alla Camera - aggiunge - con il maxiemendamento del Governo, è completamente diversa da quella presentata a settembre. Questo significa che nessun deputato è stato in condizione di dare un contributo al testo che diventerà legge». Per questo, secondo il parlamentare, è necessario «introdurre qualche elemento correttivo». E in questo senso una soluzione potrebbe essere quella di avere «una sessione di bilancio più razionale». «Bisogna trovare un'equilibrio fra la proposta del governo e il contributo del parlamento». «Si tratta - ha concluso Tabacci - di convenire su questo e discuterne prima della prossima legislatura».

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