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Anche Fassino sentito in segreto

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È quanto trapela da fonti ben informate. Il leader dei Ds sarebbe stato ascoltato come testimone martedì scorso, 13 aprile. A raccogliere la sua testimonianza sarebbero stati il procuratore capo Marcello Maddalena e il sostituto Bruno Tinti, i quali però non hanno voluto confermare la notizia. Sul contenuto del colloquio, che come quello del presidente della Commissione Europea sarebbe stato breve, viene mantenuto il più stretto riserbo, ma sembra che non sia emerso nulla di nuovo. Anche per Prodi non si è trattato di un interrogatorio molto lungo: le sue dichiarazioni sono state condensate in due pagine. Il procuratore capo Marcello Maddalena e l'aggiunto Bruno Tinti lo hanno sentito come testimone in quanto all'epoca dei fatti - la vicenda si riferisce all'acquisto, nel 1997, di una quota della compagnia di telecomunicazioni jugoslava da parte di Telecom Italia - Prodi era Presidente del Consiglio. L'audizione si è svolta sabato 3 aprile ed è rimasta avvolta nel più assoluto riserbo fino a ieri. Prodi, accompagnato da una piccola scorta, è giunto a Palazzo di Giustizia a bordo di un'auto che è stata fatta entrare nel parcheggio sotterraneo, ed è salito servendosi di un ascensore interno. L' audizione non si è svolta in presenza di avvocati. Prodi, peraltro, risulta «parte lesa» in un procedimento collegato contro Igor Marini. Il presidente avrebbe confermato di non essere a conoscenza dei risvolti della trattativa, facendo anche presente che, a suo giudizio, il prezzo che venne pagato non si discostava dalle cifre di analoghe operazioni finanziarie compiute nello stesso periodo. Ma l'ipotesi accusatoria iniziale, quella del pagamento di tangenti, non ha trovato conferme se non in una parte per la quale l'autorità giudiziaria torinese non è competente: irregolarità fiscali e finanziarie risultano infatti commesse da Slobodan Milosevic, il presidente serbo, contro il quale non è possibile procedere.

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