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«Riforma entro agosto, scommetto 30 euro» Maroni è convinto e annuncia che non ci sarà alcuno stralcio per gli incentivi

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«Io credo - ha detto Maroni nel corso di una conferenza stampa - che dopo le elezioni Europee questo governo resterà in carica e che la maggioranza potrà quindi continuare a discutere e chiudere prima della pausa estiva il lavoro su molti provvedimenti, compresa la riforma delle pensioni. I tempi, dunque, restano quelli previsti. Del resto - ha aggiunto Maroni - il passaggio del provvedimento alla Camera nelle nostre intenzioni non prevede ulteriori modifiche nel testo e sarà dunque molto rapido. Sia chiaro - ha concluso - che il provvedimento non arriverà a Palazzo Madama blindato, ma largamente condiviso dalla maggioranza. Proprio per questo non ci dovrebbe essere bisogno di ulteriori modifiche». Maroni ha anche spiegato che non c'è in previsione «nessuno stralcio per la delega delle pensioni in merito agli incentivi per rimanere al lavoro». Aggiungendo che «non c'è allo studio nessun progetto del ministero dell'Economia per anticipare pezzi della riforma». Maroni spiega che «il governo vuole una riforma organica. Non si può prendere un pezzo e anticiparlo. Non si fa una delega per decreto legge non ci sono precedenti in merito. Quella che ho letto sui giornali è una notizia totalmente priva di fondamento». Maroni spiega che ieri «ci siamo sentiti con Tremonti e mi ha confermato di non avere allo studio nessun provvedimento del genere e io non avevo dubbi. Sarebbe strano che si pensasse ad un provvedimento del genere ad un documento che porta in calce la mia firma senza avermi consultato». Intanto il presidente del Civ (Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps), Franco Lotito, propone di accantonare l'attuale delega previdenziale per aprire un nuovo tavolo di confronto in vista della verifica sulla spesa pensionistica prevista per il 2005: «Bisogna guardare avanti - afferma il presidente del Civ Inps -. Occorre un nuovo progetto previdenziale ed assicurativo che finalmente coinvolga i milioni di giovani e di donne che fanno lavori flessibili, discontinui e precari e che non possono contare su una capacità contributiva adeguata.

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