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Amministrazioni, stop all'aumernto

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Lettera di Tremonti: «Rigore nella spesa per gli uffici pubblici»

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Proposte per aumenti delle spese vanno poi evitate e, se non si tratta di spese obbligatorie, vanno compensate con analoghi tagli su altri capitoli: la parola chiave è «invarianza». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti scrive a tutte le amministrazioni pubbliche e indica i criteri nei quali attenersi per il consolidamento della finanza pubblica e per il raggiungimento dell'obiettivo «del pareggio di bilancio programmato per il 2007 nell'ambito del Patto di Stabilità e Crescita». L'occasione è quella dell'invio di due circolari di routine, da parte della Ragioneria dello Stato, nelle quali si chiede alle amministrazioni di fornire i dati in vista della messa a punto dell'assestamento di bilancio 2004 e del bilancio di previsione del 2005-07. Insomma, si tratta della raccolta dati per l'organizzazione del Dpef. La prima circolare individua il contesto nel quale le amministrazioni opereranno quest'anno, ricorda gli impegni europei. Si richiede - e il ministro lo sottolinea usando il carattere corsivo - come «sia indispensabile che ciascuna amministrazione adotti un comportamento costruttivo e consapevole, evitando proposte di aumenti di spesa non compensate e non vagliate con severità, utilizzando quindi un efficiente criterio selettivo della spesa pubblica». I criteri da seguire sono indicati con chiarezza. Ci sono le spese obbligatorie come quelle per le retribuzioni, che vanno monitorate proponendo gli aggiustamenti del caso. Le altre spese, invece, non possono superare le previsioni. Se questo però risulta «assolutamente indispensabile» - scrive Tremonti tornando ad utilizzare il corsivo - il criterio al quale le singole amministrazioni dovranno «strettamente attenersi» e quello che «ogni proposta di aumento della spesa deve trovare compensazione in riduzioni di altri capitoli della stessa amministrazione, aventi stessa natura».

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