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Epifani: devono chiamarci immediatamente

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Pezzotta è per la ripresa della trattativa. «Continuare sulla linea del Patto per l'Italia»

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Oramai non può più fuggire e pretendo che ci convochi immediatamente». «Finora il Governo non ha mai voluto ascoltarci - ha aggiunto il leader della Cgil - e non ha mai avuto un minuto di tempo per riunire Sindacati e Confindustria per discutere insieme su quale strada intraprendere per rilanciare l'economia e industria italiane. Ma ora è il tempo delle scelte - ha proseguito Epifani - e il governo non può più fuggire, perché il Paese sta inesorabilmente arretrando». A chiedere «una svolta» per Epifani sono non solo i sindacati, ma anche Confindustria: «Se il nuovo presidente degli industriali dice che bisogna recuperare lo spirito del dopoguerra questo vuol dire una cosa sola, ricostruire il sistema produttivo e industriale del Paese. È la dimostrazione che da fronti diversi è questo il problema che si avverte». Il leader della Cisl Savino Pezzotta commenta la situazione oggi partecipando alle19,45 a «Excalibur Anteprima Luned'italia». Tra l'altro, Pezzotta conferma di voler comunque riprendere la trattativa con il governo e insistere sulla linea del Patto per l'Italia, che pure a suo tempo costò alla Cisl una rottura con la Cgil, consente con la necessità di applicare le sanzioni previste per gli scioperi cosiddetti selvaggi (come nel caso dei 200 provvedimenti richiesti per i tranvieri dei Cobas a Milano), glissa con una battuta sulla corsa elettorale a Bologna dell'ex collega-rivale Cofferati («non potete chiedere a un bergamasco di scegliere il sindaco di Bologna, e se fra Guazzaloca e Cofferati la corsa fosse a Bergamo, non vi direi chi voto, perché sono per l'autonomia del sindacato e quindi non ritengo giusto rivelare il mio voto»). Il leader della Cisl Angeletti dal canto suo ieri ha pesantemente criticato il governo dicendo che è «incapace di ascoltare il Paese reale» e sulle pensioni per due anni ha detto «clamorose bugie» e che il sindacato è «pronto a combattere per vincere» e per far cambiare idea al governo sulle pensioni e sullo sviluppo. Angeletti ha anche chiesto al governo di cercare le risorse per lo sviluppo nell'evasione fiscale: »Ci sono 200 miliardi ogni anno sottratti al fisco - ha detto - ecco dove sono i soldi, dove bisogna mettere le mani». Lo sciopero di Cgil, Cisl e Uil è stato una occasione positiva per l'opposizione, che ha potuto trovarsi sostanzialmente d'accordo. Ieri alla manifestazione di Roma ha partecipato anche Piero Fassino. Stavolta il leader dei Ds non ha subito intimidazioni da gruppi «disobbedienti» o analoghi e ha dichiarato che le manifestazioni dei lavoratori in tutta Italia sono la prova «del fallimento della politica economica del governo». «La mia presenza qui - ha detto ai giornalisti - è normale, tra i lavoratori che scioperano contro la politica del governo sbagliata che non fa crescere l'Italia, rende più difficile la vita dei cittadini e mette a rischio le loro sicurezze». «Da queste manifestazioni - dice Vannino Chiti coordinatore della Segreteria nazionale dei Ds — viene una severa critica al governo della destra e la richiesta di un'alternativa per lo sviluppo del Paese e la riforma del welfare», ed è importante, sottolinea, «che sia emersa ancora l'unità di Cgil Cisl Uil e del mondo del lavoro». Dario Franceschini (Margherita) dice che «il Paese non ce la fa più e che la classe media, anche quella delle famiglie con due stipendi, sta scivolando verso la povertà. Quindi, il governo «deve ascoltare questi lavoratori: non è possibile che pensi di governare con i muscoli, senza, in realtà, averli». «Come si dice qui a Roma, "'quanno ce vo' ce vo'", osserva il leader di Rifondazione Bertinotti, rilevando che «dopo il totale fallimento della politica economica del governo, che ha cercato di realizzare la competitività delle merci italiane comprimendo i salari, ora viene un incredibile attacco alle pensioni. E questo è intollerabile» D. T.

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