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Daniela Santanchè: «Basta con le promesse Premi ai partiti che fanno eleggere più donne»

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È quanto prevede una proposta di legge di An (primi firmatari Daniela Santanchè, Carla Castellani, Ignazio La Russa), già presentata in Parlamento, che abbandona il principio delle quote rosa per le candidature elettorali. L'ipotesi di legge sostiene «meccanismi premiali ai partiti solo in caso di effettiva elezione delle donne e non di mero inserimento nelle liste elettorali. Lo scopo non è quello di più donne candidate ma di più donne elette». Insomma, onorevole Santanchè, ora passate alle maniere forti? «La riserva indiana non ci interessa. Ora vogliamo più donne al potere. Quindi i partiti che riusciranno a far eleggere nelle proprie liste una percentuale di donne pari o superiore al 30% potranno ottenere il 100% del rimborso delle spese. Tutti gli altri avranno una riduzione del rimborso del 20%. Si prevede un contributo supplementare per quei partiti che riescano a far eleggere nelle proprie liste una percentuale di donne superiore al 33% fino al 50%. In Svezia ad esempio ci sono moltissime donne in Parlamento e senza quote» Allora è solo un problema culturale? «Bisogna cambiare la testa degli uomini, ma prima delle donne stesse, che devono convincersi a farsi avanti. Noi siamo la maggioranza del paese. Ma non ci sono donne nei posti chiave: quante sono le donne nel ruolo di amministratore delegato di una società?». Di chi è la colpa? «Anche nostra, in quanto madri. Come abbiamo educato i nostri figli maschi? Dobbiamo prendere coscienza di questo anche nell'educazione dei figli e delle figlie, naturalmente, alle quali bisogna insegnare anche come comandare un'azienda». An vuole diventare il partito delle donne? Non ha fiducia nei movimenti trasversali? «Perché, c'è forse una trasversalità per gli uomini? Sì, Alleanza Nazionale diventerà il partito delle donne. Vogliamo puntare su una politica di servizio e sulla famiglia. Asili, servizi pubblici, aeree per il gioco dei bambini: le donne per lavorare al meglio e fare carriera hanno bisogno anche di tutto questo». Il femminismo è quindi superato in tutti i sensi? «Ma certo. Ha fatto qualosa di bene, ma oggi non si tratta più di rivendicare diritti negati, come avveniva negli anni '70. Quanto piuttosto di sensibilizzare l'opinione pubblica e modificare una cultura politica che ancora oggi considera l'uomo il vero e legittimo protagonista della gestione dello Stato. Le cause che sono alla base della sottorappresentanza politica femminile sono varie e se da una parte ci sono una serie di difficoltà oggettive che ostacolano il loro ingresso in politica, dall'altra si riscontra una sorta di autoesclusione che le porta a intraprendere strade alternative» Giu.Cer.

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