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Quella pistola rubata in mano ai teppisti

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È un momento in cui le stesse forze dell'ordine apprendono la «notizia»: c'è una pistola rubata in giro sotto le curve. Sono più o meno le 18,30, i tafferugli sono iniziati alle 17 e la cronaca riferisce di cariche d'alleggerimento, lanci di oggetti, scontri anche violenti, sì, ma che in fondo sono il normale resoconto di un prepartita qualunque, almeno in una città come Roma. Poi all'improvviso, alle 18,30 appunto, a largo De Bosis succede qualcosa. Succede che, nei tanti assalti che caratterizzano la giornata di battaglia, viene aggredita anche una guardia giurata: al pestaggio segue la rapina, e si parla della pistola in dotazione. Ecco, ora qualcosa cambia davvero, c'è un'arma in giro fuori dalla curva in fiamme, e ogni petardo diventa un botto che fa paura. Anche per questo c'è un atteggiamento cauto, di fronte al dilagare della follia collettiva, un atteggiamento che saggiamente invita a non rispondere alle provocazioni. Ma se questo è un retroscena, l'altro aspetto da chiarire resta la diffusione della notizia. «Assalto preordinato», dicono in molti, una sorta di complotto, peraltro smentito dai capi della tifoseria. Certo è che ora gli investigatori della Digos romana hanno intenzione di veder chiaro in tutta la vicenda. Per questo, oltre ai filmati delle dirette tv, verranno probabilmente acquisite anche le dirette radiofoniche della partita sulle varie stazioni della capitale, per sentire il «polso» delle curve durante i momenti drammatici della diffusione della leggenda metropolitana sul ragazzino investito. Inutile dire che, almeno in parte, la «rivoluzione» era attesa. Da giorni sui muri della Capitale erano spuntate scritte contro le forze dell'ordine, in particolare contro la Digos. Un astio antico, quello delle due tifoserie della città nei confronti di certi reparti della polizia, un astio rinfocolato forse da tutta una serie di operazioni - l'ultima delle quali non più di sei mesi fa - nella quale parecchi ultras finirono in manette perché accusati di aver partecipato a varie rapine. Da quel momento certe frange della tifoseria romana, sempre più unite dalla fede d'estrema destra, hanno dissepolto l'ascia di guerra. Aprendo la caccia al poliziotto. Alf. Vac.

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