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IL DIRETTORE GENERALE INCASSA APPREZZAMENTI SUI CONTI

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Sanremo, Renis torna in Usa. Si lavora al 2005

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Ieri quindi la presa d'atto che si è riusciti con il Festival di Sanremo 2004 a non far peggio degli anni precedenti, chiudendo anzi i conti in attivo, e insieme la consapevolezza che occorrerà lavorare da subito all'edizione 2005 della manifestazione, che dovrà fare a meno di Tony Renis. «In un clima essenzialmente disteso, nè da tribunale nè da collegio dei revisori dei conti - spiega il consigliere Giorgio Rumi - dopo un'introduzione informale del direttore generale e l'intervento di alcuni consiglieri, il CdA ha preso atto che quest'anno con il festival si è riusciti a non fare peggio degli anni precedenti, cosa che poteva accadere, tanto più perchè i conti sono in attivo e dal rapporto costi-ricavi emerge un lieve avanzo. Dunque, non c'è alcun problema finanziario. Nello stesso tempo, però - dice ancora Rumi - è emersa la consapevolezza che bisogna lavorare da subito per l'edizione 2005: l'anno prossimo non si può sfidare la fortuna». «Sanremo - sottolinea ancora Rumi - non è solo un appuntamento effimero e perciò sostituibile con altre iniziative: con il festival la Rai ha anche il dovere di difendere e promuovere la musica italiana, in particolare quella giovane». Per il consigliere Alberoni «È molto importante salvare Sanremo perchè è l'unica manifestazione italiana per la musica, in un panorama dominato dalle multinazionali». «Il direttore generale -racconta il consigliere- ci ha riassunto la storia di questo festival, i problemi con le case discografiche e l'assenza dei grandi superospiti che mi pare abbia però portato un risparmio del 30%. A fronte dei problemi incontrati negli ultimi mesi e nelle precedenti edizioni questo festival è riuscito a dare un segno di novità e di rinascita che dovrà proseguire». Alberoni aggiunge che «c'è anche chi in Cda ha fatto giustamente notare come dopo l'unica serata di vera difficoltà, quella del giovedì, la stampa sembrava quasi gioire della sconfitta Rai contro il Grande Fratello: c'è stato, insomma, uno strano convergere di critiche...», conclude Alberoni.

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