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Fini insiste: voto agli immigrati onesti

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«Lo straniero che lavora, paga le tasse e ha la fedina pulita è una risorsa, non un problema»

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Nel giorno in cui il Senato ha approvato l'articolo che introduce il Senato federale il vicepremier, Gianfranco Fini, in un'intervista a «Radio anch'io» ha affrontato diversi temi di attualità, trattando anche quelli «caldi» all'interno della maggioranza, come l'immigrazione, e scatenando le reazioni dell'opposizione, fra cui quella di Renzo Lusetti, vicepresidente dei deputati della Margherita, per il quale Fini «è costretto a difendere l'indifendibile». Immigrazione e casa — Difendendo la sua proposta di concessione del diritto di voto amministrativo agli immigrati, Fini ha affermato che «tra qualche anno non avremo la possibilità di tenere in equilibrio la spesa previdenziale perché, per fortuna, avremo sempre più anziani e, purtroppo, sempre meno giovani. Da questo punto di vista l'immigrato onesto, che lavora, paga le tasse, ha la fedina pulita, è una risorsa, non un problema». Riferendosi alla carenza di case, Fini ha detto che «uno degli elementi che contraddistingue questo governo è l'impulso che vuol dare all'edilizia e, quindi, alla costruzione di nuovi alloggi». Le truppe in Iraq — «C'è da chiedersi che cosa accadrebbe se le truppe di liberazione se ne andassero. In Iraq la situazione resta grave e, proprio per questo, è indispensabile la presenza delle truppe di liberazione. Non sono occupanti, ma garantiscono il futuro al popolo iracheno». Commentando l'atteggiamento dell'opposizione nei confronti della presenza italiana in Iraq, Fini ha detto che «nella sinistra esistono posizioni disgustose da un punto di vista morale, come quella dell'onorevole Vattimo, il quale ha detto che i soldati a Nassiriya sono morti per un atto collaterale alla guerra di liberazione». La CdL — Il vicepresidente del Consiglio ha commentato le battute di Berlusconi sui politici di professione. «Non bisogna mai generalizzare - ha detto - ma il premier ha reagito a una serie di insulti di alcuni politici dell'opposizione che nel corso di un dibattito parlamentare sono arrivati a definirlo come un capobanda. Personalmente non mi sono sentito chiamato in causa». Riferendosi ai contrasti nella CdL, Fini ha detto che in una coalizione «ci deve essere il rispetto degli avversari, ma occorre anche tenere fede ai propri principi». A suo avviso, «la cosa essenziale è non alimentare tensioni per il gusto di piantare la propria bandierina con l'identità dei partiti, non litigare per il gusto di litigare». Gli scontri con Umberto Bossi sono «fisiologici in un sistema non bipartitico, ma bipolare». Ma Fini ha ammesso che gli danno «molto fastidio alcune sue affermazioni. Per adesso abbiamo obbligato Bossi a smetterla con la pantomima della secessione e a ricordare che l'unità nazionale è un valore irrinunciabile». Ma ha avvertito che si muoverà in modo incisivo contro la Lega «se questa passerà dalle parole ai fatti». Per quanto riguarda i rapporti con Francesco Storace il vicepremier li ha definiti «ottimi, ci sentiamo quasi quotidianamente». «In un partito - ha aggiunto - è giusto avere posizioni diverse da quelle del leader, ma è doveroso continuare in un impegno comune». Economia & finanza — Per il vice presidente del Consiglio nella difficile congiuntura economica degli ultimi anni «l'Italia si è comportata in modo virtuoso, non è vero che è aumentata la pressione fiscale». Dunque, «i numeri dimostrano il comportamento virtuoso dell'Italia». Il punto ora, per il vicepremier, è che «bisogna passare da un'economia finanziaria ad un'economia produttiva della ricchezza». Per questo «è importante aprire tavoli con le parti sociali per favorire lo sviluppo e, come ha detto Berlusconi, con l'aiuto di tutti ci si può riuscire». Per il vicepremier, comunque, «i conti si fanno alla fine. Ma l'impegno del governo di ridurre la pressione fiscale verrà mantenuto nell'arco della legislatura». In tema di risparmio Fini ha detto che «il disegno di legge del governo è in Parlamento». «No

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