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Proposta della Lega 57anni e 38 di contributi

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Lo ha precisato il relatore della delega alla Camera, Luigi Maninetti (Udc), uscendo dalla riunione di maggioranza sul provvedimento che si è tenuta ieri al Senato. Ieri il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, ha nuovamente evidenziato che «l'accordo di governo sulle pensioni è forte, buono e non è facile cambiarlo perché si rischia di far venir meno tutto un complesso sistema di consenso che ci ha consentito di formulare la riforma». Tuttavia si è appreso ieri che la Lega potrebbe proporre un sub emendamento al provvedimento di modifica della delega di riforma del sistema previdenziale approvata venerdì dal Consiglio dei ministri. L'ipotesi allo studio è quella dell'introduzione di un terzo canale che mantenga la quota 95 ma che sia raggiunta attraverso i 57 anni di età e i 38 di contributi. Di un terzo canale la Lega - secondo quanto si apprende - ne avrebbe parlato nella riunione di oggi della maggioranza al Senato. Da parte sua, il vicepremier, Gianfranco Fini, ha ieri precisato che le donne continueranno ad andare in pensione a 60 anni. «Alzando di tre anni l'età pensionabile - ha spiegato - si verifica per le donne la coincidenza tra pensione di anzianità e vecchiaia. Si è discusso se intervenire o meno per evitare questa coincidenza, ma al momento non è opportuno farlo». A dire no all'inanlzamento dell'età per le donne è stato ieri anche Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori), per il quale «deve essere valorizzato il ruolo della donna, come casalinga e come lavoratrice». Per il presidente dell'Inps, Giampaolo Sassi, l'esistenza di un limite più basso per l'età di pensionamento delle donne rispetto a quello degli uomini «era un'incongruenza di carattere demografico». A suo avviso, il limite dei 60 anni per le donne «non dovrebbe essere immodificabile. Non è di quelle cose scritte nelle tavole della legge - ha spiegato - in quelle tavole c'è scritto solo che dobbiamo risparmiare lo 0,7% del pil».

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