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«La figlia Francesca sapeva da 5 anni»

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Alla vigilia del crac l'ex direttore finanziario ha chiuso e riaperto conti personali

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A chiamare in causa la figlia dell'ex patron di Parmalat e che gestiva la «galassia turismo» della famiglia è stato l'ex direttore finanziario Fausto Tonna. Interrogato dal pm di Parma Ioffredi, Tonna ha descritto il sistema di alchimia finanziaria grazie al quale il gruppo riusciva ad ingrassare e mantenere in vita le società del turismo di Calisto Tanzi. Al centro delle operazioni una società, la Business & Leasure, nei confronti della quale l'ex direttore finanziario aveva firmato un accreditamento di 95 milioni di euro provenienti dal conto corrente della Parmalat Finance Corporation. «Allo stesso modo - ha aggiunto l'ex direttore finanziario - ho disposto l'accreditamento di 49,5 milioni di euro a favore di Curcustle che poi li ha girati alla Business & Leasure». Tonna ha spiegato che il denaro derivava da disponibilità che Parmalat Finance Corporation aveva grazie all'emissione di bond e alla liquidità che perveniva dal gruppo e che la causale del versamento dei 95 milioni di euro era per l'acquisto di bond da parte di Parmalat Finance Corporation nei confronti di Business & Leasure. Bond che in realtà «non vennero mai emessi da quest'ultima. Alla fine il debito maturato dalle società del turismo di calisto Tanzi - ha precisato - è stato trasformato in promissori notes (Cambiali internazionali, ndr.) poi finite nel fondo Epicurum». L'ex direttore finanziario ha spiegato che la «cifra complessiva passava dalla Leasure alla Hit International in parte come capitale sottoscritto dalla Web Holding ed in parte come versamento in conto futuro aumento di capitale da parte di Web Holding». Tonna ha fatto i nomi delle persone, in particolare del gruppo turistico, che conoscevano «bene la vicenda» e la «provenienza distrattiva delle somme pervenute» da fine del 2002. «In questo periodo - ha proseguito - sono stati sicuramente distratti da Parmalat spa a favore delle società del turismo almeno qualche decina di milioni di euro. Poi - ha sottolineato - era a conoscenza anche la Francesca Tanzi, almeno da cinque anni a questa parte (...) in quanto riceveva gli assegni dalla Parmalat». Tonna ha chiuso il capitolo ribadendo: «Francesca Tanzi vedeva il flusso in entrata delle somme della Parmalat che poi utilizzava per i pagamenti di alberghi, villaggi, operatori turistici ed altri». L'ex direttore finanziario ha anche detto che nell'imminenza del crac lui e la moglie, Donatella Alinovi, ora agli arresti domiciliari, decisero di chiudere i loro vecchi conti correnti e di aprirne altri due presso la stessa banca sui quali trasferire investimenti e liquidità per motivi di «riservatezza», e che la moglie, casalinga, «non ha nessuna responsabilità»: «Sapeva - ha detto - che si trattava di compensi da me percepiti per la mia attività lavorativa accreditati sul conto su cui regolarmente ricevo lo stipendio».

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