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Follini sogna la Funzione Pubblica

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Anche se non ora, forse a giugno. È soprattutto Silvio Berlusconi che caldeggia questa ipotesi. Per un motivo più di tutti. Nella squadra di governo ci sono tutti i leader di partito. C'è Fini e c'è Bossi. E c'è Buttiglione, che alla formazione del governo era il leader del Cdu, poi confluito nell'Udc. Il partito centrista è nato dalla fusione del Cdu, dunque, del Ccd di Pierferdinando Casini (poi diventato presidente della Camera) e di Democrazia Europea di Sergio D'Antoni. Quest'ultimo è il candidato numero uno ad entrare nel governo, c'è chi lo vorrebbe alla guida dell'istituendo «ministero del Mezzogiorno», o «del Sud». Ma proprio questa ipotesi, la formazione di un nuovo dicastero, sembra tramontare. Tramontare almeno all'orizzonte dell'Udc visto che è il vicepremier Fini a chiedere un maggiori potere nelle scelte di carattere economico: in pratica insiste nell'avere una delega precisa nelle decisioni per lo sviluppo. Proprio per questo Follini avrebbe nelle ultime ore ripiegato su un obiettivo a suo giudizio raggiungibile: un ministero a portata di mano. E siccome i dicasteri in cui si possono liberare i posti sembrano sempre e soltanto quelli dei tecnici, l'Udc guarda con molto interesse a quello della Funzione Pubblica, dove al momento siede Luigi Mazzella. Ma c'è anche un altro motivo che alletta gli eredi dello Scudocrociato. Il dicastero che dal 1951 è ospitato a Palazzo Vidoni è stato uno dei principali ministeri delle tradizione democristiana. Da Remo Gasperi a Paolo Cirino Pomicino, da Silvio Gava a Francesco Cossiga, da Clelio Darida a Massimo Severo Giannini. Tornare a guidare la pubblica amministrazione s'inserirebbe nella più classica storia dc. Forse anche di più del ministero sudista. Follini al governo per Berlusconi sarebbe anche un modo per «disinnescarlo», sterilizzando l'anima critica della maggioranza. Una soluzione che coinciderebbe anche con un cambio di linea del partito. Da «opposizione nella maggioranza» ad «allineati e coperti». Fare la critica continua all'esecutivo, infatti, non avrebbe dato molti risultati sul fronte dei sondaggi. E soprattutto, secondo uomini vicini a Casini, renderebbe ancora meno in vista di una competizione elettorale. Nel partito centrista in queste ore si riflette anche su una questione interna. È pronta la staffetta. Mario Baccini (che proviene dalle fila del Ccd), sottosegretario agli Esteri, ha chiesto di abbandonare l'esecutivo per fare il capogruppo alla Camera. E l'attuale presidente dei deputati (di estrazione Cdu), invece, potrebbe lasciare l'incarico a Montecitorio per trasferirsi alla Farnesina. Una soluzione che non piace a Rocco Buttiglione che infatti sta cercando di disinnescarla per salvare Volontè che ha lavorato alla clemente alla Camera. Forse non è bastato. F. D. O.

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