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Norme più rigide sulle società di revisione conti

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Tutto questo mentre a Bruxelles si attende la notifica del decreto Marzano e proprio ieri l'eurogoverno ha fatto una prima analisi delle implicazioni del caso Parmalat. Sono quattro le direttrici lungo le quali intende muoversi la Commissione Ue per far sì che il sistema di controlli sia sufficientemente severo da impedire il ripetersi di nuovi casi come quello della multinazionale di Collecchio. Si tratta della revisione contabile, della corporate governance, dell'applicazione di direttive europee sugli abusi di mercato, sui prospetti informativi e sulla trasparenza ed infine delle strutture di supervisione e regolamentazione, secondo quanto ha riferito il portavoce dell'esecutivo Ue, Reijo Kemppinen. In particolare, il commissario per il mercato interno, Frits Bolkenstein, sta lavorando ad una modifica delle direttive, che risalgono agli anni Ottanta, soprattutto per rafforzare la vigilanza delle società di certificazione, in modo tale che il revisore del gruppo sia responsabile dei conti consolidati. E per fare sì che - ha spiegato il portavoce Jonathan Todd - «la responsabilità complessiva dei conti consolidati del gruppo non sia divisa tra due enti responsabili, ma venga accorpata». Le nuove misure che Bruxelles sta elaborando prevedono, inoltre, che «il revisore non debba essere coinvolto in decisioni di management», spingono a «rafforzare la cooperazione con i Paesi terzi» e infine si pongono l'obiettivo di «migliorare le norme di revisione in generale». Bolkenstein, comunque, mette le mani avanti dicendo che è ancora troppo presto per trarre delle conclusioni sulla vicenda Parmalat anche se, ha riferito ancora il portavoce, è «necessario iniziare un processo di analisi sulle implicazioni per i servizi finanziari dell'Ue».

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