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Giro (FI) frena: non c'è nulla di nuovo perché viene ricordato un impegno preso

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Ieri ancora una volta lancia il suo ultimatum, avverte: se non arriva il federalismo, allora tutti a casa. Dagli alleati della Cdl, reazioni «Gennaio - dice parlando a margine della presentazione dei canali digitali della Rai - è il mese di tutte le partite, può essere un anno ottimo oppure un anno horribilis. O viene approvato il federalismo o è meglio chiudere la legislatura e ricominciare da capo. In questo mese, nei prossimi 20 giorni si decide tutto. O si fanno le riforme o si chiude la partita». Quanto alla possibilità che si possa verificare la caduta del governo, «non lo so - dice Bossi -. di certo ci saranno tre posti vacanti, quelli dei ministri della Lega». Secondo il ministro delle Riforme «il federalismo non è solo qualche cosa a Roma che si occupa delle Regioni, ma qualcosa che deve mettere i piedi nel territorio», e spiega: «Entro il mese o passa o non passa. Dopo, non ci sarebbe più tempo per realizzarlo entro la legislatura. Se non passasse - conclude alzando il tiro - allora converrebbe chiudere la legislatura e ripartire». Le dichiarazioni di Bossi non sembrano provocare, al momento, alcun terremoto politico. «Nervosismo fuori luogo», commenta Mario Landolfi, che aggiunge: «Francamente non capisco il tenore di questa esternazione. Non capisco il perchè di tanto baccano su una questione che ha già dato vita ad una riforma approvata dal Consiglio dei ministri». Se poi le frasi del ministro delle Riforme fossero spia di dubbi sulla tempistica di approvazione parlamentare del progetto federalista, allora Landolfi richiama alle procedure costituzionali: «L'iter corretto è quello della doppia lettura alla Camera e al Senato. Non esistono corsie preferenziali». Anche Forza Italia, con Francesco Giro, sembra far intendere di non temere il can che abbaia ma poi non morde. «Per Forza italia non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Nelle parole di Bossi - dice Giro - viene ricordato un impegno di governo assunto di fronte agli elettori per dare all'Italia un federalismo vero, capace di eliminare burocrazia, sprechi e disservizi». «Queste riforme, in larga parte già scritte e depositate in Parlamento - aggiunge Giro - la Cdl le vuole fare e le farà con la leadership unificante di Silvio Berlusconi, nei due anni e mezzo che restano al termine della legislatura». Di tutt'altro tenore le reazioni nel centrosinistra che con il leader dei Verdi Pecoraro Scanio credono di vedere nelle mosse bossiane i segni di un crisi di governo imminente: «Le continue bordate di Bossi rendono sempre più evidente una crisi di governo congelata durante il semestre di presidenza italiana - ha detto -, si apra ufficialmente la crisi, questo governo sempre più barcollante riconosca il suo fallimento e si vada alle elezioni anticipate». Anche la Margherita con Maurizio Fistarol dice che a questo punto il governo «è paralizzato dai veti e dai diktat» di Bossi e ne consegue «l'assoluta inconcludenza di questo governo nel cammino delle riforme, specchietto per le allodole e non cambiamento concreto». D. T.

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