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CIAMPI NON HA FIRMATO IL DDL GASPARRI

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Ormai il dilemma è quotidiano: quando firmerà? Anzi, perché non ha ancora firmato? È indeciso? Si sente sotto pressione? Forse sta scrivendo le motivazioni perché non ha intenzione di firmare il ddl? In realtà, Ciampi ha tutto il tempo per riflettere visto che la legge gli concede 30 giorni a partire dal 2 dicembre. L'attesa, però, è carica di incognite per il mondo Tv. Il ministro Gasparri sta dimagrendo a vista d'occhio, mentre Emilio Fede ingrassa con la stessa velocità, al punto che se dovesse davvero passare sul satellite (il termine è il 31 dicembre), dovrebbe farsi fare una tuta da astronauta di una taglia più grande. L'attesa in Rai sta assumendo toni apocalittici: se Ciampi non firmerà, che ne faremo di tutte quelle frequenze acquistate per la piattaforma digitale? In realtà nessuno sa bene (a parte Carlo Sartori) che cosa prevede in concreto questo scenario futuristico di Tv interattiva, ma ha ugualmente paura di esserne tagliato fuori, perché finirebbe inesorabilmente nel medioevo della comunicazione analogica. Intanto, se il dg Cattaneo paventa perdite di 150 milioni di euro di pubblicità per RaiTre, altri girano per viale Mazzini con calcoli di simulazione che spalmerebbero tutta la pubblicità di Ruffini sulle altre due reti...Ma siamo sicuri che non ne resterebbero soffocate? Anche il destino del CdA Rai pende dalla firma di Ciampi. Annunziata e Rumi non aspettano altro. Rimetteranno subito il mandato, per poi venir riconfermati al loro posto. Il consigliere Veneziani invece è di un'altra idea: o tutti o nessuno. Se domani o dopodomani Ciampi non firmerà la Gasparri si aprirà un'altra settimana di passione.

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