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Il Palazzo confuso. Chi vuole la guerra?

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Non ci sono i parlamentari e trovarne uno in transatlantico è una piccola impresa. La sessione di bilancio ha lasciato dietro di se il vuoto nelle aule parlamentari prima che la Finanziaria arrivi in aula. Per trovare la traccia di qualche politico bisogna uscire da Montecitorio e andare in un cinema a pochi passi dalla Camera dove si riuniscono i nostalgici della Dc e anche qui il nome di Geronzi risuona spesso. Il Presidente della Commissione Giustizia della Camera Gaetano Pecorella nel tardo pomeriggio di ieri non era ancora informato dell'inchiesta e delle perquisizioni a Capitalia e si limita a spiegare che, come al solito, notizie che dovrebbero restare riservate vengono diffuse creando tra i cittadini possibili effetti di sfiducia sull'economia e sull'affidabilità delle istituzioni. In merito alla vigilanza di Bankitalia, il parlamentare di Forza Italia afferma che sul caso Cirio viene colpito quel capitalismo che si basa sulla fiducia della gente sugli investimenti che i risparmiatori fanno. Purtroppo, in molti casi la fiducia dei risparmiatori è malriposta. L'informazione di garanzia tiene a precisare è una garanzia di difesa e non ha nessuna valenza di imputazione. In merito ad eventuali sospetti di accanimento politico su Geronzi, Pecorella ritiene che «bisognerebbe capire prima chi vuole una guerra contro Geronzi. Prima di mettere il cappello su un'ipotesi o su un'altra bisogna conoscere il merito della vicenda. Il colpo è comunque duro per la credibilità del sistema economico». Il capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera dei deputati Gian Franco Anedda dice: «Sono rimasto sorpreso di tutto data la statura del dottor Geronzi. Non voglio fare valutazioni perché come avvocato preferisco parlare dopo aver letto e conosciuto gli atti». Su Geronzi, Anedda ricorda che il Presidente di Capitalia «è sempre stato nell'occhio del ciclone, ma non credo che sia in mezzo ad una battaglia politica e che sia in corso un attacco contro di lui. A questa tesi credo poco. Si tratta di una visione dei fatti vista dall'accusa. Mi auguro che Geronzi si sappia ben difendere». In merito alla vigilanza mancata su crack della Cirio, Anedda è lapidario: «La domanda dovrebbe essere posta ai vertici di Bankitalia» e ride fragorosamente. L'avvocato Carlo Taormina, che difende alcuni risparmiatori che avevano investito in Cirio, afferma: «Non posso sapere quale sia il livello di coinvolgimento di Capitalia in questa vicenda. Gli avvisi di garanzia valgono per tutti sia per i "piccoli" che per i "grandi"». L'ex sottosegretario all'Interno spiega che «la magistratura romana per molti anni è rimasta ferma nonostante siano andate avanti molte cose sul piano economico ed imprenditoriale. Questo è un segno di attenzione ai problemi di Roma, ma questo non significa che non si debba attendere il termine delle investigazioni per capire se siamo in presenza di esiti probatori». L'annuncio della ristrutturazione della Cirio è di un anno fa e Bankitalia ha vigilato? Il parlamentare di Forza Italia afferma che «L'istituto di via Nazionale è ormai un "fortino inespugnabile" e difficilmente si riesce a capire, a sapere quello che accade al di la delle competenze di sua pertinenza. Il circuito bancario non tutela bene il risparmio dei cittadini. E noto che gran parte del denaro riciclato passa attraverso gli istituti di credito». Pino Pisicchio, esponente di Alleanza popolare, spiega che quando si colpisce una personalità che ha un ruolo così eminente nel sistema bancario nazionale, i contraccolpi sul piano della finanza ce li dobbiamo aspettare. «Non ho una cognizione piena dell'andamento dei titoli della borsa, ma dato che i mercati finanziari hanno una costruzione che è legata solo in parte ad un effettivo valore dei beni, ma è legato in larghissima parte ad una condizione psicologica, vedremo cosa accadrà lunedì». In merito alle possibili ricadute sulla finanza catt

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