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Ora si apre l'era digitale

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Ma i confini di questa «torta» sono vastissimi e non ben precisati perché, a differenza della normativa precedente, tra le risorse è compreso di tutto. In sostanza, è stato alzato il limite di concentrazione spettante a ogni editore. È permesso l'incrocio tra tv e quotidiani dalla forte tiratura, ma a partire dal 2009. Quanto agli affollamenti pubblicitari, solo gli spot sono soggetti ai limiti orari. Aumentano gli spazi pubblicitari anche per le tv locali. La Rai sarà privatizzata entro la fine del 2004 e farà da apripista verso il sistema di trasmissione digitale terrestre. Scongiurato per Retequattro il trasferimento sul satellite entro dicembre 2003. Niente baby-attori negli spot. Queste le principali novità della riforma Gasparri fortemente osteggiata dall'opposizione e dall'Antitrust che la considerano la pietra tombale del pluralismo. Contrari pure gli editori della carta stampata. Ma vediamo i punti fondamentali della rivoluzione del sistema radiotelevisivo. ANTITRUST E PUBBLICITÀ — Tutto ruota attorno al Sic. La legge stabilisce tetti al possesso di canali e ai ricavi che si possono ottenere. Il limite ai ricavi è il 20% del Sic. Il Sistema integrato delle comunicazioni è una sorta di paniere che comprende tutte le risorse (pubblicità, canone, abbonamenti, sponsorizzazioni, convenzioni) del settore: dalla radio-tv all'editoria, a Internet, al cinema. Il valore del Sic? Dai 25 ai 31 miliardi di euro, sicchè il tetto del 20% fissato per ogni editore non deve superare 5-6 miliardi di euro di ricavi. Confermato il limite asimmetrico del 10% per Telecom Italia (unico operatore ad avere più del 40% dei ricavi delle tlc). L'editore che sfondi i tetti rischia un richiamo pubblico dell'Authority. Quanto agli affollamenti pubblicitari, solo gli spot sono soggetti ai limiti orari (18% per le tv commerciali). Le altre forme di pubblicità, comprese le telepromozioni, si possono trasmettere senza limiti orari, ma non devono superare un'ora e 12 minuti nell'intera giornata. RAI — È destinata a diventare una public company, le cui azioni saranno vendute con offerta pubblica. Il Consiglio di amministrazione sarà composto da 9 membri, nominati dall'assemblea. Fino a che il numero delle azioni alienate non superi la quota del 10%, la commissione di Vigilanza indica 7 membri, con voto limitato a uno. I restanti 2 membri, tra cui il presidente, sono indicati dal Tesoro, socio di maggioranza della Rai, e quindi dal governo. GIORNALI-TV — Chi possiede più di una rete televisiva potrà acquisire partecipazioni in quotidiani o costituire nuove imprese. Ma a partire dal 2009. Già da subito però le imprese editoriali della carta stampata possono produrre contenuti radiofonici e televisivi. TV LOCALI — Ciascun operatore può avere fino a 3 concessioni o autorizzazioni in ogni bacino regionale, e fino a 6 per regioni anche non limitrofe. Cresce il limite quotidiano di affollamento pubblicitario: il tetto passa dal 35% della legge Mammì al 40%, comprese le televendite. Aumentano inoltre anche i blocchi di spot che si possono mandare in onda durante i film. DIGITALE TERRESTRE — L'art. 25 riguarda l'accelerazione della trasmissione in tecnica digitale terrestre. L'azienda di Stato dovrà fare da traino al Paese coprendo, entro il 1° gennaio 2004, il 50% del territorio nazionale con due blocchi di diffusione; entro il primo gennaio 2005 il 70% della popolazione. TV E MINORI — Baby-attori addio. I minori di 14 anni non possono apparire negli spot e nei messaggi pubblicitari. Legittimo, invece, usarli nelle telepromozioni. D. L.

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