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Mastella: via la sigla comunista. E il Pdci s'inalbera

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Purtroppo però a sinistra questa scelta non sempre è facile. A sostenere questa posizione è il leader di Alleanza popolare Clemente Mastella, che suscita subito le ire di Marco Rizzo, capogruppo dei Comunisti italiani alla Camera. Dal canto suo il presidente dei deputati ds,Luciano violante, esorta a guardare avanti e non al passato. «La destra - dichiara ieri Mastella - ha avuto la sua evoluzione storica e non si può pensare che si continui a tenere a sinistra la sigla "comunisti": questo per me è un problema molto serio». «Rispetto la scelta coraggiosa di Fini di recarsi in Israele e anche quella della Mussolini, che è stata coerente, - ha aggiunto -. Auguro ad entrambi buoni risultati, ma ribadisco che il problema si pone anche nella sinistra dove ancora figura in alcuni partiti la sigla comunista». «La mia opinione - prosegue il leader di Alleanza popolare - è che se si disciplinasse la situazione tra destra e sinistra facendo revisioni storiche abbastanza serie si renderebbero più omogenee le coalizioni che al momento non lo sono». Marco Rizzo ci rimane male: «Non siamo stupiti dagli attacchi della destra di Fini e Gasparri che, opportunisticamente abiurano la loro storia fascista, né - dichiara - tanto meno lo siamo da parte di Forza Italia che, con il suo premier, ha rispolverato l'anticomunismo viscerale per coprire gli insuccessi del governo. Siamo invece stupiti per le considerazioni dell'alleato Clemente Mastella che, assieme ai suoi parlamentari è stato eletto anche coi voti, probabilmente sofferti, della sinistra e di tanti comunisti italiani». È ribadisce: «Siamo orgogliosi del nostro passato. Dal 1921 ad oggi non vi è battaglia per la libertà nel nostro Paese che non abbia visto in prima fila i comunisti. Quanto ai Ds, Violante osserva che «le forze politiche assumono peso in un paese quando guardano al futuro dello stesso paese e non quando guardano al passato, perché se camminiamo con la testa rivolta all'indietro sbattiamo».

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