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La CdL alle prese col tema del «listone»

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Per La Loggia (FI) è un obiettivo «estremamente importante». Ma l'Udc non è d'accordo

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A confermare che l'argomento c'è e che nei prossimi giorni nella Cdl se ne parlerà è Gianfranco Fini. «Di una lista unica della Casa delle Libertà - dice ieri il vicepremier a margine di un convegno di An a Bologna - se ne deve discutere e cominceremo a farlo nei prossimi giorni». Quindi, al portavoce di Fi Sandro Bondi il quale ha detto che il centrodestra senza Berlusconi non esiste, il vicepremier replica: «Mi sembra abbastanza evidente che Berlusconi abbia avuto ed abbia un ruolo nel centrodestra. Come si fa a negarlo?». E aggiunge: «Non c'è incompatibilità tra la sostanziale unità e la dialettica interna». È soprattutto in An che ci si pone l'interrogativo sulla necessità di una lista unica. Che sia «un'opportunità da non perdere» è convinto Adolfo Urso, vice ministro per le Attività Produttive, il quale dice: «Prima la verifica sul programma di governo e poi la lista unica tra An, Fi e Udc, come proposto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi», secondo Urso, le due cose «vanno di pari passo, perchè dopo il chiarimento politico ci saranno le condizioni per il passaggio successivo». Analoga la posizione del ministro delle politiche agricole Gianni Alemanno: «È un tema ancora tutto da affrontare - dichiara -. Prima dobbiamo affrontare a gennaio la verifica e rilanciare l'azione di governo, dopo si faranno le riflessioni sui percorsi successivi». In FI è il ministro per gli Affari regionali, Enrico la Loggia, a definire «estremamente importante» l'obiettivo «della lista unica alle elezioni europee». La Loggia, parlando del vertice della Casa delle Libertà che si terrà mercoledì prossimo sulla riforma elettorale dice: «È ovvio che occorre ancora una definizione a livello politico, ma resta l'obiettivo della lista unica. Il Presidente Berlusconi e molti d noi stanno già lavorando per raggiungerlo». «Per un altro verso - aggiunge La Loggia - una modifica andrà comunque fatta, perché bisogna recepire la direttiva europea, riducendo il numero dei seggi da 87 a 78, perché con l'allargamento Ue ogni paese ha bisogno di fare piccole riduzioni». Anche il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, pensa che «il centrodestra dovrebbe avviare un analogo processo di unificazione, indipendentemente da ciò che avviene nel centro sinistra» e che che comunque, sottolinea, non è un elemento di preoccupazione. Pure Bondi fa riferimento al vertice di mercoledì della CdL: servirà ad affrontare con rinnovato spirito unitario la seconda metà della legislatura, osserva, rivendicando i «risultati straordinari» ottenuti dal Governo. Sull'ipotesi della lista unitaria però, oltre il presumibile «no» della Lega, nella CdL resta l'orientamento negativo dell'Udc. «Secondo noi - dice Follini - lo schema appropriato per la competizione europea è che ogni partito corra con la propria bandiera». E il vicesegretario del partito Sergio D'Antoni sottolinea che «la legge europea deve rimanere proporzionale e con le preferenze. I cittadini devono avere il potere di scegliere i propri deputati europei. Stabilire delle liste bloccate decise dalle segreterie dei partiti significherebbe togliere ai cittadini questo potere». D. T.

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