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I Ds a maggioranza per la lista unica

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La minoranza collaborerà. Arriva anche lo Sdi quasi unanime. Di Pietro fuori

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A favore dell'ordine del giorno hanno votato 826 delegati. 236 sono stati i contrari e 24 gli astenuti. L'approvazione dell'ordine del giorno della maggioranza ha anche fatto decadere gli odg depositati dal Correntone Ds e dalla sinistra (Socialismo 2000 e Sinistra-14 luglio). È stato anche ritirato, a seguito della replica del segretario Piero Fassino, un odg che contestava «il veto contro la partecipazione di Antonio Di Pietro e dell'Idv» al progetto della lista unitaria. Piero Fassino parlando a conclusione dell'assemblea congressuale ha affermato che «la destra è in crisi, come si vede ogni giorno. Da mesi e mesi il Centrodestra non esprime una capacità di governo adeguata ed è diviso su tutto, tanto è vero che si è parlato di verifiche, rimpasti, Berlusconi bis, elezioni anticipate. Tutte espressioni che alludono ad una crisi politica evidente del Centrodestra. Questo - ha detto Fassino - carica il Centrosinistra di una particolare responsabilità: accelerare la costruzione di un'alternativa». Fassino ha sottolineato che anche coloro che hanno espresso un parere contrario all'ordine del giorno della maggioranza hanno assicurato il loro impegno pieno per questa sfida che oggi comincia. «Si tratta da domani di lavorare insieme alle altre forze politiche dello Sdi, della Margherita e dei Repubblicani Europei - ha aggiunto - e a quanti si vorranno unire a noi per costruire questa lista radicandola nella società italiana, aprendoci il più possibile alla società, alle sue energie e alle sue risorse, facendo tutto quello che è necessario perchè questa lista unitaria abbia un grande consenso e costituisca il centro motore di un'alleanza di centrosinistra larga in grado di proporsi come alternativa alla destra di Berlusconi». Mentre a Roma i Ds approvavano la lista unitaria altrettanto, quasi all'unanimità, faceva a Napoli l'assemblea nazionale dello Sdi. Il leader del partito Boselli ha dedicato la quasi totalità del suo discorso alle prospettive che si aprono in Italia e in Europa dopo il sì al matrimonio politico con Ds e Margherita senza nascondere «le tensioni inevitabili, le opinioni diverse, le perplessità» e a Fassino, che ha lanciato l'idea di cambiare la legge elettorale in vista delle Europee, il presidente dello Sdi ha ricordato che «gli alleati vanno convinti e persuasi, non certo costretti» ribadendo in particolare la propria contrarietà ad un'ipotesi di sbarramento elettorale. A confermate il «no» a Di Pietro nella lista unica per le elezioni europee è stato Del Turco, secondo il quale da parte dell'ex pm «in nessun intervento politico c'è un solo riferimento ad un tema qualunque della tradizione riformista». Di Pietro dal canto suo parlando a Milano ha detto che la sua formazione politica appoggerà alle prossime elezioni politiche e amministrative il centrosinistra per «liberare quanto prima il Paese dal conflitto di interessi di Berlusconi». «Alle elezioni europee - ha aggiunto - abbiamo preso atto che non ci vogliono e chi non ci vuole non ci merita. Quindi parteciperemo a quella competizione con il nostro simbolo». L'ex pm ha affermato fra l'altro: «Io do fastidio per ciò che ho fatto, cioè l'inchiesta Mani pulite, non perché non sono un riformista» e che «non sono solo i socialisti che non ci vogliono. Loro sono solo la testa di ariete».

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