Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Fini: «La pace non si conquista con i girotondi»

default_image

  • a
  • a
  • a

Per il vicepresidente del consiglio Gianfranco Fini la strage di Istanbul conferma questa necessità. E deve quindi essere confermato l'impegno «che ormai è di tutti, anche del governo Bush, di accelerare i tempi della transizione da un governo militare a un governo iracheno». Dopo la strage in Iraq «abbiamo sentito voci irresponsabili. Diliberto, Pecoraro Scanio e Cossutta, indispensabili per la vittoria del centrosinistra, hanno usato un linguaggio offensivo verso le vittime e irresponsabile», ha aggiunto Fini. Poi Fini ha detto che se «dipendeva da loro, Saddam Hussein sarebbe ancora là. La pace non si conquista con i girotondi o le bandierine ma con l'assunzione di responsabilità. Una parte di sinistra, quando se le deve assumere, va altrove, va da un'altra parte. Va verso un generico pacifismo che spesso è solo antiamericanismo». Fini ha ribadito la necessità che sia accelerato l' iter della risoluzione Onu che chiede il passaggio dei poteri da un governo militare a uno civile. «Quando in Italia si sente parlare di guerra di liberazione in Iraq, vuol dire che per qualcuno non è chiaro il confine con il terrorismo. Un terrorismo che colpisce ovunque. Colpisce anche Israele perchè Israele è la continuazione dell' Occidente in quella parte del mondo». L'Italia non può perciò «tirarsi indietro di fronte alle sue responsabilità internazionali». Lo ha affermato il presidente del Senato Pera e tutte le forze politiche, ad eccezione dei partiti di estrema sinistra (Pdci, Verdi Prc), sono d'accordo. Compresi i Ds che ieri, nell'assemblea del partito, hanno ribadito il no ad una eventuale richiesta di ritirare il contingente italiano dall'Iraq. Ora l'attenzione è rivolta al cambio di strategia in Iraq annunciato dagli Usa che intendono accelerare il processo di democratizzazione per arrivare in tempi rapidi alla formazione di un governo nazionale. Per il ministro degli esteri Franco Frattini «accelerare la transizione nelle mani del governo iracheno vuol dire restituire il prima possibile a loro il diritto e il dovere di stroncare il terrorismo». Perciò «ora non possiamo abbandonarli». I Ds chiedono intanto a Berlusconi, in quanto presidente di turno dell'Ue, di convocare con urgenza un Consiglio europeo perchè, ha affermato Piero Fassino, è necessario che l'Europa svolga «un ruolo da protagonista» e concorra ad «una nuova fase della crisi irachena». Sono state invece bocciate dall'assemblea due ordini del giorno favorevoli al ritiro delle truppe italiane. E.S.

Dai blog