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L'UNITÀ politica è durata molto poco.

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Noi diciamo al premier Berlusconi: basta con la politica delle pacche sulle spalle». E poi, giù, altre accuse del leader della Margherita: «Basta con l'asservimento irresponsabile, basta con la rinuncia al protagonista europeo. Basta con l'indebolimento delle politiche multilaterali e dell'Onu. È tempo di un cambiamento totale in Iraq, per gli iracheni, ma anche per l'Italia, per il disegno europeo, per la pace nel mondo». «Non ci rifugiamo - precisa Rutelli - in una pace ad ogni costo. Ma noi politici non siamo qui per subire le conseguenze dell'altrui decisioni sbagliate. Le dobbiamo correggere con il sostegno dell'opinione pubblica e le dobbiamo ribaltare. La Margherita non rifiuterà la responsabilità, anche di fronte a rischi gravissimi. La responsabilità significa capacità di rispondere. La Margherita non si rassegna all'alternativa tra il ritiro dei nostri militari che non sarebbe degno dell'Italia e l'ottusa conferma di obiettivi sbagliati e pericolosi per la nostra missione». Cade così nel vuoto l'appello del presidente della Repubblica. Forza Italia fa muro contro l'assalto: «Rutelli oggi ha dato il peggio di sè. Ha sfruttato l'occasione dell'assise di Bologna e, invece di parlare dei progetti del centrosinistra, ha pronunciato una invettiva sconclusionata, con accuse gratuite e fuori luogo contro il Presidente del Consiglio», replica Elio Vito, capogruppo di Forza Italia che conosce bene Rutelli per ever condiviso la militanza nei Radicali. «Provo una profonda tristezza nel constatare che Rutelli non si renda conto che il popolo italiano si attende da tutti, soprattutto in questi giorni, uno stile sobrio e misurato», aggiunge Sandro Bondi, coordinatore degli azzurri. Il suo vice, Fabrizio Cicchitto (nella foto a sinistra), si spinge oltre: «In Iraq ci stanno ben 19 paesi europei, al di là di Francia e Germania, e questo impone a tutti un grande rigore. Poi c'è una piccola minoranza che, sostenendo la tesi che dovremmo ritirarci, dice le cose per le quali hanno agito i terroristi. Ma si tratta di una minoranza molto ristretta». Mentre per Ignazio La Russa (An) «nel momento di maggiore dolore c'è sempre un motivo per trovare qualcosa di buono è quello in cui i dissapori vengono meno e in cui si cerca di valorizzare le cose che uniscono». I Ds chiedono una svolta nella politica estera del governo. A ripeterlo è Pietro Fassino, secondo il quale «anche la presenza militare italiana in Iraq andrà valutata sulla base dell'effettiva evoluzione, in senso multilaterale, della gestione della crisi».

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