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E ora Fassino va «a lezione» tra le favelas sudamericane

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IL VIAGGIO

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La mensa è una delle 26 che in questi mesi hanno funzionato a Buenos Aires, La Plata e Rosario, con denaro (300.000 euro) raccolto dai Ds in Italia nell'ambito di un progetto avviato nel gennaio 2003 da D'Alema. Chiaramente nessuno si sogna di criticare il fatto che si dia un po' di concreta assistenza a bimbi poveri, anzi. Però se i Ds sono sommersi dai debiti, e le disponibilità del partito provengono dai crediti ottenuti da istituti di credito, dovrebbero almeno onorare i debiti fatti in casa propria. Fassino per il momento non se ne cura troppo. «Nel pieno della crisi politica - ha detto il leader Ds - noi abbiamo pensato che oltre che agire con gli strumenti della politica, fosse necessario anche fare atti concreti, e da qui l'idea del finanziamento delle mense, che ha riguardato 4.000 bambini». «È un piccolo ma significativo atto di solidarietà - ha concluso - che dimostra come la politica, oltre che parlare, deve essere anche capace di agire». Fassino ha quindi auspicato che le relazioni italo-argentine devono assumere un carattere straordinario, giustificato dalla fase delicata che attraversa l'Argentina, e dall'esistenza di «mille ragioni» che la legano all'Italia. Il segretario diessino è sbarcato sulle rive del Rio de la Plata per proseguire il suo viaggio nelle realtà emergenti sudamericane e avvicinarsi ai leader politici (Inacio Lula da Silva in Brasile, Nestor Kirchner in Argentina) che le stanno guidando fuori dalle difficili acque del neoliberismo. Fassino ha ascoltato anche i reclami degli italiani residenti in Argentina riguardanti l'esercizio effettivo del diritto di voto, le pensioni e l'assistenza a quei connazionali che emigrarono per «trovare l'America» ma che si trovano negli ultimi anni della loro esistenza in condizioni molto disagiate.

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