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di GIOVANNI SCAFURO C'È tutto il gotha del centro sinistra, ulivisti compresi, nel «je-accuse» ...

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Parliamo di quelle somme al cui pagamento vengono condannati amministratori e dipendenti pubblici per comportamenti illeciti. L'indagine, che copre un periodo che va dal 1991 ad oggi, abbraccia l'ultimo periodo dei governi del centro sinistra e quello l'Ulivo, a cui si devono aggiungere i 226 giorni del primo governo Berlusconi. Un analisi interessante, quindi, per capire come, in concreto, la politica abbia saputo applicare i principi del buon governo e la «questione morale» in tema di spesa pubblica. Questione morale ricordata proprio qualche giorno fa dal Procuratore generale della Corte dei conti, Vincenzo Apicella con dei numeri significativi. «Danni erariali» per 112 milioni e mezzo di euro! Comprendenti, come ricorda il magistrato, danni alle casse dello Stato per forniture e appalti irregolari, consulenze ed incarichi non regolari. Di questa cifra, per il Procuratore il 10%, circa 11 milioni di euro sono la quantificazione dei fenomeni di corruzione (tangenti e frodi)! Oggetto dell'indagine due ministeri: Beni Culturali e Difesa, rappresentativi di due realtà opposte. Il primo è stato scelto per gli esiti negativi di indagini precedenti, mentre la Difesa è stata individuata per la dimensione della gestione, per il numero delle sentenze da eseguire e per gli anni di attesa per l'esecuzione delle stesse. Nel periodo dal 1995 al 2001 dal ministero dei Beni Culturali «risultava assenza totale di versamenti» nelle casse dello Stato di somme dovute dai responsabili di danno erariale! Un periodo relativamente lungo contraddistinto dalla gestione di Antonio Paolucci prima, e poi del sindaco di Roma, Walter Weltroni, fino ad arrivare ai 967 giorni di Giovanna Melandri. «La situazione riscontrata - secondo i magistrati contabili-risultava connotata da assenza di operatività ed inalterata nel corso degli anni e sembrava costituire una gestione "dimenticata"». «Scarsa se non del tutto assente; l'attività di esecuzione delle sentenze di condanna e, quindi - contraddistinta per la Corte dei conti - da un evidente disinteresse per "il pronto ed integrale recupero". L'apertura dell'istruttoria della Corte dei conti, nel marzo del 2002, ha miracolosamente innestato un volano all'interno del ministero guidato, ora, dal ministro Urbani. Sono iniziati i procedimenti di esecuzione che hanno dato il via anche a recuperi, sia totali che parziali, per le poche sentenze in carico all'Amministrazione. Meno severo è il giudizio dei magistrati contabili per la Difesa che, in quegli anni, ha avuto la gestione più lunga (1421 giorni) nel ministro Mattarella e nel sottosegretario Gianni Rivera(1844 giorni!). Anche se l'operato della Difesa ha dimostrato -per i magistrati contabili- «insicurezza e particolare prudenza nell'affrontare le nuove tematiche». Giustificato anche per le «difficoltà ed incertezze interpretative che hanno ritardato la "messa a regime" di nuove disposizioni di semplificazione (il DPR 260/98)». Difficoltà connesse anche alla «non perfetta rispondenza della normativa di semplificazione alle esigenze legate all'esecuzione delle sentenze di condanna».

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