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di GIULIA CERASOLI «LA TELEFONATA di Berlusconi oggi a Domenica in? Non mi aspetto nulla.

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..Anzi, mi farebbe molto piacere, ma se non dovesse accadere, spero di averlo ospite in una delle prossime puntate con Mariano Apicella per la presentazione del loro disco "Meglio una canzone", mica lo andranno a cantare a Bruxelles?». Paolo Bonolis è uno che sta al gioco. E quindi anche in questo gran polverone sollevato dal suo giochino-sondaggio domenicale si trova a suo agio pefettamente, fa battute, accetta la provocazione, si abbandona a microesternazioni politiche da cittadino qualunque e se ne infischia degli schemi. Dica la verità Bonolis, a una settimana di distanza, s'è pentito di ciò che ha scatenato con il «Basta Berlusconi?» «Berlusconi, è una persona di fascino, incredibilmente intelligente. Credo che abbia ignorato quello che è successo. Io, beh, non mi aspettavo che si scatenasse questo finimondo. Certo quando ho visto sul foglio quel nome, ho avuto un attimo di perplessità... Mi sono chiesto se era giusto darlo, pensando poi alle conseguenze...». Insomma, è stato un errore? «Non lo so, ma tutto è stato esagerato, la politica cannibalizza tutto quello che trova. Ed io a questo punto penso che il disagio sociale dei cittadini debba affacciarsi dal «Basta» senza fare nomi e cognomi di politici o altro. Non è nostro compito. Ci sono altre sedi per simili proteste ad personam. Ma stasera, verso la fine, daremo spazio alle telefonate (ne abbiamo registrate 2500), alcune sono dei veri pugni nello stomaco». Insomma, d'ora in poi, più voce alla protesta sociale, ma senza nomi. Eppure, il presidente Rai Annunziata ha detto che se c'è stato trucco, per par condicio, bisognerebbe, tirar fuori anche un «Basta Fassino!». «Veramente, mi sembra che il primo gli sia andato benissimo...». Il dg Cattaneo e il direttore di RaiUno Del Noce sembravano meno entusiasti. Ignazio La Russa ha infatti sottolineato che ai tempi di Andreotti, per un caso simile, sarebbe saltato subito il direttore di rete «Ma no, Cattaneo è stato contentissimo dell'ascolto. Del Noce, invece, era preoccupato. Ho visto accanto a lui un'infermiera con la flebo, poi più nulla...». Il caos che è scaturito dal suo «giochino» però ha fatto salire l'ascolto... «Sì, ma il fatto è esploso perchè in Italia c'è una partecipazione viscerale alla politica, si tratta di una nostra caratteristica genetica, credo. E c'è una dicotomia furibonda fra chi governa e chi sta all'opposizione: io credo al contrario che tutti dovrebbero muoversi a favore dello Stato. Ciò non accade: c'è una battaglia disperata da entrambe le parti. La politica bipolare dovrebbe basarsi sulla fiducia dei cittadini...Tutto questo mi lascia perplesso». Insomma, Bonolis, ma lei da che parte sta? A scuola, ad esempio, era fascio o comunista? «Devo dire la verità? Sono stato gonfiato dagli uni e dagli altri. La politica per me non aveva un apppeal particolare. Nel profondo penso che sia una strada affascinante da percorrere, ma finora ho sempre avuto troppi dubbi». Oggi parlerà di politica o no? «Ne parleremo a modo nostro. E la soluzione andrà bene a tutti. Diciamo che sarà una puntata pacificatrice, ma tosta. D'altra parte, mica potevo farne una da guerrafondaio con la pistola fumante...Scherzo, parleremo di politica sociale anche con il presidente dell'Inter Massimo Moratti. In casa Moratti c'è un petroliere, lui, e una moglie, Milly, impegnata nell'ambientalismo». È vera la storia della diffida di Mediaset nei suoi confronti perché «copia» Ciao Darwin? Loro continuano a sostenere che lei è solo uno degli autori. «Mi sembra surreale, perché Ciao Darwin l'ho scritto io: che faccio mi rubo le idee da solo?». Da lunedì inizierà la striscia preserale di RaiUno «Affari tuoi», poi dovrebbe incontrare Tony Renis per parlare di Sanremo, non teme che il pubblico vada in overdose da Bonolis? «L'azienda mi ha chiesto una cortesia, non potevo dire di no. La striscia-esper

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