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Ulivo e lista unica alle Europee finora nessun passo avanti

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«È andata bene, si è avviato un percorso»: Piero Fassino e Francesco Rutelli, il giorno dopo il vertice serale sulla lista unitaria, sono troppo ottimisti. Infatti non sono arrivati a nessun accordo sulla lista unica. Così danno un giudizio positivo a questo primo incontro approfondito tra i tre partiti contraenti del progetto lanciato da Romano Prodi. Ma l'incontro non è riuscito ancora a sciogliere il nodo del gruppo dell'Ulivo in Europa. Riuniti attorno a un tavolo in un albergo romano, oltre a Fassino e Rutelli, anche D'Alema e Parisi, Boselli e Villetti per lo Sdi. Temi: la crisi della destra e la proposta Fini sull'immigrazione, sulla quale si registra una linea condivisa dai tre partiti: «Se è una iniziativa seria, abbiamo il dovere di andare a vedere»; il bisogno di rilanciare iniziative di tutte le opposizioni con un prossimo vertice dei leader; le procedure operative per la lista unitaria. Primo passo in questa direzione quello di stilare un documento comune da far votare alle assemblee dei tre partiti a metà novembre; infine, il nodo Di Pietro, sul quale le posizioni restano quelle di partenza: Sdi e Margherita contrari, Ds più aperti, ma comunque prudenti. Un vertice dove non son mancati momenti in cui la discussione si è accesa: oltre che su Di Pietro, anche sull'opportunità di inserire nel documento comune lo sbocco in un gruppo unico in Europa per gli eletti della lista unitaria. Nel vertice in particolare, è stato deciso di incaricare un gruppo di lavoro che metta a punto un dispositivo comune da far votare a metà novembre alle assemblee nazionali dei tre partiti. Un documento che dica sì alla lista unitaria e che, nelle intenzioni della Margherita, dovrebbe contenere un riferimento preciso alla volontà di dar vita ad un gruppo unico degli eletti in Europa. Un punto sul quale Fassino ha sollevato alcune perplessità, ribadendo la posizione del suo partito, ma mostrando anche una cauta apertura, ben accolta da Rutelli e Parisi. Un'apertura che emerge anche nella dichiarazione rilasciata ieri dal segretario Ds durante la trasmissione di RaiUno «Conferenza stampa»: «Anche in Europa la geografia politica è in movimento. Il Ppe si è trasformato in partito conservatore. Analogo processo va realizzato sul fronte progressista per ricostituire un gruppo parlamentare con una presenza preponderante di parlamentari socialisti e socialdemocratici, che non sia composto però solo da questi, ma anche da altri. Costruendo così le condizioni perchè al Ppe si contrapponga un gruppo progressista». Su Di Pietro il clima si è poi riscaldato: Fassino avrebbe invitato i socialisti ad essere più elastici nell'affrontare questo processo, che richiede un approccio inclusivo e non escludente, riferendosi non solo a Di Pietro, ma anche alla società civile e a movimenti e associazioni da coinvolgere in un dibattito che deve essere calato nel paese. Alla fine si è deciso di dare mandato a Rutelli di sentire tutti i leader per organizzare un nuovo vertice delle opposizioni dove si parlerà soprattutto di economia e finanziaria.

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