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Ue: la Rai fa servizio pubblico anche con i quiz

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La pace tra Rai e Mediaset (nella foto il presidente Mediaset Confalonieri e il dg Rai Cattaneo) però scatterà però a determinate condizioni secondo la Commissione Europea. La raccomandazione principale per chiudere la procedura è infatti quella che «ogni sfruttamento commerciale della Rai dovrà avvenire a condizioni di mercato» e anche le società collegate alla Rai dovranno pagare i servizi che ricevono a prezzi di mercato. Insomma, nessuno sconto sulla pubblicità. L'istruttoria era partita nel 1996 su richiesta di Mediaset che aveva fatto ricorso alla comunità Europea, denunciando la Rai per concorrenza sleale. Nella sostanza, gli aspetti denunciati sono il decreto «salva-Rai» (numero 558 del 1993), che stabilisce misure in favore dell'azienda radiotelevisiva pubblica da parte delle autorità italiane e una integrazione di 100 miliardi di lire (del 1992) del capitale da parte dell'Iri. Beh, l'Antitrust europeo adesso ritiene non solo che il decreto «salva Rai» non è un illecito, ma che la conversione del «canone di concessione» in un prestito rimborsabile in dieci anni alla Cassa depositi e prestiti, «non costituisca un aiuto si stato». Infine, anche l'iniezione di 100 miliardi di vecchie lire versate dall'Iri all'azienda di Viale Mazzini, è considerata dalla Commissione come una misura «compatibile» con le norme comunitarie. In tutti questi anni la Commissione ha indagato per vedere se era stata violata la regolare concorrenza. La decisione deve ancora passare attraverso le riunioni di lunedì e martedì. fra le motivazioni della Commissione una delle più importanti riguarda il fatto che nel nuovo contratto di servizio sia prevista una commissione preposta all'applicazione della contabilità separata (la commissione Rai è presieduta da Giancarlo Leone e composta da Rubens Esposito e Pierluigi Malesani). E in particolare perché nel ddl Gasparri all'art.18 è sancito che la Rai debba predisporre «il bilancio di servizio, indicando in una contabilità separata i ricavi derivanti dal gettito del canone e gli oneri sostenuti». Grande soddisfazione in Rai perché è chiaro in questa delibera il riconoscimento ufficiale che la missione di servizio pubblico copre l'intera programmazione televisiva (compresi varietà e quiz) e la Rai può svolgere ufficialmente anche attività commerciale. Giu.Cer.

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